Le Pitture alle Resine Vegetali

Legami Naturali tra Piante e Muri

Nel panorama delle finiture murali naturali, le pitture alle resine vegetali rappresentano un capitolo affascinante, in cui il legno, la corteccia e gli essudati delle piante si trasformano in film protettivi e decorativi per le pareti. Le resine vegetali più diffuse come colofonia estratta dal pino, mastice della lentisco, dammar delle foreste asiatiche, sandracca e copale sono materie che racchiudono in sé una storia millenaria dato che già nell’antichità, popoli come Greci e Romani compresero le qualità protettive di queste piante e radici, impiegandoli anche come leganti e protettivi per le decorazioni dei luoghi più importanti come grandi domus e templi.

Le pitture alle resine vegetali di oggi sfruttano queste caratteristiche innate per creare finiture murali prive di componenti petrolchimici. Questi leganti, una volta opportunamente disciolti in solventi vegetali o acqua, generano film protettivi flessibili, traspiranti e in grado di valorizzare qualsiasi spazio con toni caldi e naturali. Il risultato è una pittura “vegana”, basata esclusivamente su ingredienti di origine vegetale, adatta a chi cerca soluzioni etiche e salubri.

Breve Storia delle Pitture Vegetali

Dai Templi dell’Antichità alle Botteghe Romane

Il viaggio delle resine vegetali sulle superfici murali inizia nell’antica Grecia, dove l’essudato del pino – la colofonia – veniva scaldato e miscelato con polveri naturali per sigillare intonaci e proteggere decorazioni esterne. I Romani ripresero questa pratica, impiegando mastice di lentisco e dammar importato dall’Oriente per garantire impermeabilità alle terme e lucentezza agli stucchi delle domus patrizie. Questi primi impieghi non erano semplici finiture, ma veri trattamenti che univano estetica e funzione, proteggendo le strutture dall’umidità e mantenendo vive le cromie originali.

Il Medioevo e il Rinascimento: Arte e Vetrate Policrome

Con il crollo dell’Impero Romano, le tecniche a base di resine non scomparvero: nelle botteghe medievali si affinò l’uso della sandracca e del mastice per sigillare le vetrate delle cattedrali gotiche. Le resine garantivano un’adesione duratura dei granelli di vetro colorato, contribuendo a creare suggestioni luminose uniche. Nel Rinascimento, l’attenzione artistica spostò l’impiego delle resine verso gli stucchi interni: pittori e decoratori miscelavano dammar e colofonia a pigmenti finissimi, ottenendo finiture satinate perfette per affreschi a secco e decorazioni in legno intagliato.

L'Alchimista di Pieter Bruegel il Vecchio (1558)

L’Alchimista di Pieter Bruegel il Vecchio (1558)

L’Età Moderna: Dalla Purificazione Industriale ai Laboratori

Con la Rivoluzione Industriale, l’estrazione e la purificazione delle resine si fecero più sofisticate. Nel XIX secolo, le prime vernici “dammar” in polvere raggiunsero le botteghe di restauratori e decoratori, offrendo prodotti pronte all’uso. Allo stesso tempo, nei laboratori si sperimentarono solventi vegetali – come gli oli modificati di soia o lino – per sciogliere le resine senza ricorrere a sostanze tossiche. Nel corso del XX secolo, la richiesta di finiture dalle basse emissioni spinse alla messa a punto di varianti sempre più “green”, fino alle formulazioni attuali, in cui le resine sono disciolte in acqua e prive di composti artificiali.

La Rinascita della Pittura “Vegana”

Oggi, il ritorno alle origini si coniuga con un approccio etico: le pitture alle resine vegetali vengono definite “vegan” in quanto non contengono shellac o altre sostanze animali, ma solo essudati di piante e solventi biologici. Questa riscoperta avviene sia in contesti storici – per restaurare senza alterare il carattere originale – sia in abitazioni moderne, dove architetti e appassionati cercano superfici che raccontino una storia millenaria senza rinunciare a performance tecniche e salubrità.

Caratteristiche delle Pitture alle Resine Vegetali

Preparazione e Applicazione

Le pitture alle resine vegetali nascono dall’equilibrio tra essudati di piante e pigmenti minerali, senza alcun componente di origine animale o petrolchimica. Al centro della formula troviamo resine come colofonia (gomma rosmarina), mastice del lentisco, dammar o copale, scelte per la loro capacità di formare film elastici e resistenti. Questi leganti sono sciolti in solventi di origine vegetale (olio di lino modificato, olio di soia) o in acqua grazie a innovative dispersioni acquose. I pigmenti minerali – terre, ossidi di ferro e terre colorate – vengono selezionati per mantenere stabilità in ambiente leggermente alcalino o neutro e per garantire una brillantezza che non ingiallisce nel tempo. Dal punto di vista tecnico, il film finale coniuga diverse qualità:

  • Elasticità grazie alla natura flessibile della resina, che segue le micro-movimentazioni del supporto senza creparsi;
  • Traspirabilità poiché la struttura resinosa, pur essendo protettiva, non occlude i pori della muratura e permette il passaggio del vapore acqueo;
  • Adesione su intonaci tradizionali, legno e persino metalli non corrosi, mantenuta nel tempo dalla tenacia del legante naturale;
  • Rapidità di asciugatura che, a seconda della temperatura e dell’umidità, varia dalle 6 alle 12 ore al tatto;
  • Assenza di VOC (Composti Organici Volatili), per un’aria interna più salubre e una pittura pienamente “vegana”.
La Resine delle Conifere

La Resine delle Conifere sono tra le più comuni ed utilizzate

Preparazione delle Resine

La resa finale inizia già in fase di produzione. Le resine grezze vengono purificate e sottoposte a microfiltrazione, per eliminare impurità e garantire un film limpido e omogeneo. Nel caso delle miscele acquose, si aggiungono agenti dispersanti di origine vegetale che mantengono in sospensione le particelle resinose e i pigmenti. Le resine disciolte a caldo nei solventi vegetali seguono un processo di raffreddamento controllato, in modo da stabilizzare la tensione superficiale e la viscosità.

Principali Resine Usate Nelle Pitture

Resina Vegetale Origine Estrazione e Caratteristiche
Colofonia (Gomma Rosmarina) Pinus pinaster e altre conifere del Mediterraneo e Europa occidentale Incisioni nel tronco; la resina lattiginosa solidifica a contatto con l’aria.
Riscaldamento per purificazione.
Film flessibile, leggermente adesivo, ideale per pigmenti minerali.
Mastice Pistacia lentiscus (isole di Chio e Corsica) Tagli leggeri nella corteccia; raccolta delle gocce indurite al sole.
Trasparente, forma finiture lucide e resistenti all’umidità.
Dammar Specie di Shorea nelle foreste del Sud-Est asiatico Incisioni nel tronco; successiva rimozione di impurità.
Aspetto satinato, buona durezza e rapidità di essiccazione.
Sandracca Tetraclinis articulata (Nord Africa e Mediterraneo orientale) Tagli nella corteccia; raccolta delle gocce resinose indurite.
Storicamente usata su vetro e stucchi; ottima adesione e durata.
Copale Protium copal e Hymenaea courbaril nelle foreste dell’America centrale e meridionale Incisioni simili a quelle delle conifere; purificazione per rimuovere impurità.
Molto duro e resistente agli agenti atmosferici; adatto a finiture esterne.

Applicazione delle Pitture alle Resine

La stesura avviene preferibilmente in due mani leggere: la prima serve a sigillare e uniformare il supporto, la seconda a definire la finitura e la corposità del colore. A pennello a setole naturali o a rullo a pelo corto, la pittura si applica con tratti regolari, disponendo strisce sovrapposte per evitare bordi netti. Trascorse 6–12 ore al tatto, la superficie può essere soggetta a una leggera variazione di lucentezza, tipica delle resine naturali, che si stabilizza entro 48–72 ore. In generale possiamo dire che questo genere di pitture non necessitano di nessuna cura o preparazione speciale rispetto a tutte le pitture commerciali.

In meno di una settimana, il film raggiunge piena maturazione: le resine si reticolano completando il loro ciclo e garantendo elasticità, protezione dall’umidità e una bellezza materica che valorizza ogni ambiente. La possibilità di pulire la parete con un panno umido, senza che il colore perda intensità, dimostra come queste pitture alle resine vegetali siano la perfetta sintesi tra tradizione artigiana e tecnica contemporanea.

Colorare le Pitture alle Resine Vegetali

Terra e Radici Insieme Di Nuovo

Le pitture alle resine vegetali trovano nei pigmenti naturali il complemento ideale: dall’ocra gialla alla terra di Siena esiste una gamma infinita di terre compatibili per creare toni caldi e terrosi. Per i verdi ed in generali per ottenere colori più accesi e luminosi si prediligono invece terre verdi e ossidi di cromo, capaci di conferire sfumature da oliva a smeraldo oppure blu che vanno dal blu oltremare all’azzurrite, offrendo riflessi freddi e intensi. Questi pigmenti come molti altri presenti in natura vengono selezionati per la loro insolubilità in ambienti leggermente alcalini o neutri e si sospendono perfettamente nella matrice resinosa, garantendo colori pieni fin dalla prima mano.

Spesso Le Terre Naturali e Le Resine Vengono Estratte nello Stesso Luogo

Spesso Le Terre Naturali e Le Resine Vengono Estratte nello Stesso Luogo

Compatibilità Chimica e Fissaggio

A differenza delle vernici sintetiche, la resina vegetale interagisce con il pigmento in modo stabile ma non aggressivo. Durante l’essiccazione, le molecole resinose avvolgono le particelle minerali, creando un film coeso che imprigiona il colore senza alterarne la composizione chimica. Questa protezione impedisce la migrazione di ioni metallici – responsabili di ossidazioni e imbrunimenti – assicurando una resa cromatica che non ingiallisce e non sbiadisce nel tempo.

Risultato Estetico

Il risultato estetico è caratterizzato da una lucentezza calda, mai plastica, che varia leggermente secondo l’incidenza della luce e l’angolazione di osservazione. Le superfici mostrano una sottile granulometria: le microscopiche asperità delle particelle pigmentate si intravedono sotto un velo satinato, conferendo movimento e vitalità. In combinazione con le qualità elastiche e traspiranti della resina, queste finiture creano un effetto materico che rende ogni parete unica e “viva”.

La vasta gamma di pigmenti naturali compatibili con le resine vegetali permette di modulare infinite palette cromatiche, dal minimalismo neutro ai colori intensi tipici dell’artigianato tradizionale. Essendo privi di composti organici volatili e di leganti sintetici, questi pigmenti contribuiscono a un ambiente interno salubre e si sposano perfettamente con l’approccio “vegano” della pittura. In ogni progetto, la scelta dei colori non è solo estetica, ma un gesto di rispetto per la chimica naturale e per la qualità dell’aria che respiriamo.

Conclusione: Pitture alle Resine Vegetali

Il Loro Valore nella Bioedilizia Contemporanea

Le pitture alle resine vegetali raccontano un percorso che unisce l’ingegno degli antichi alla scienza moderna, passando da templi greci e terme romane fino alle botteghe medievali delle cattedrali gotiche. Oggi queste tecniche millenarie si rinnovano attraverso formulazioni vegane e a basso impatto ambientale, capaci di offrire superfici leggere ma resistenti, elastiche ma stabili, traspiranti ma protettive.

Dal punto di vista tecnico, l’uso di resine pure miscelate a solventi di origine vegetale e pigmenti minerali, garantisce finiture elastiche e prive di VOC, in grado di seguire le micro-movimentazioni del supporto senza crepe e di mantenere il colore vivo nel tempo. L’applicazione semplice, a pennello o rullo, si integra perfettamente con esigenze fai-da-te e professionali, mentre la lucentezza calda e la texture materica conferiscono a ogni ambiente un carattere artigianale unico e grazie alla compatibilità chimica con i pigmenti naturali le pitture alle resine vegetali diventano “telai” viventi in cui ogni sfumatura racconta una storia geologica e culturale.