Il Verderame è uno dei verdi più suggestivi della tradizione pittorica: un verde turchese dorato che pare rubato alle vecchie fusioni di rame ossidato. La sua tonalità è resa possibile da un composto di acetato basico di rame, responsabile di quel bagliore quasi metallico che ha affascinato generazioni di artigiani e artisti.
Storia e Origini Del Verderame
La storia del Verderame affonda le radici nell’Antichità, ma è nel Tardo Medioevo che la sua produzione divenne sistematica. Per ottenerlo, si immergevano sottili lamine di rame in contenitori di aceto o liquidi fermentati: nel giro di settimane la superficie del metallo si ricopriva di una crosta verde, ricca di acetato di rame. Quel “verde ossidato” veniva raschiato, lavato ripetutamente per eliminare i sali residui, quindi essiccato e macinato in mortai di pietra fino a polveri di 5–10 µm. Le fonti antiche descrivono varianti in cui si aggiungevano cenere o carbonati per modulare la trasparenza, ma il nucleo chimico rimaneva sempre quello dell’acetato basico di rame.
Utilizzi Storici del Verderame
Il Verderame trovò presto un posto d’onore nelle miniature medievali, dove dava vita a panneggi e sfondi intensi, e negli affreschi rinascimentali, dove la sua brillantezza risaltava in contrapposizione all’azzurro di lapislazzuli e azzurrite. Si racconta che Giotto lo utilizzasse per i dettagli ornamentali delle sue Madonne, mentre nelle botteghe fiamminghe veniva impiegato per creare vivaci contrasti con il rosso carminio. Anche nelle ceramiche veneziane entrava nei decori smaltati, donando a vasi e piastrelle quell’effetto “gioiello” che univa verde e oro in un’unica sinfonia cromatica.
L’Evoluzione del Verderame
Con il tempo, il Verderame ha rivelato i suoi limiti di stabilità all’umidità e di tossicità, facendolo cadere in disuso a favore di verdi più sicuri e duraturi. Oggi lo troviamo solo nelle mani di restauratori che vogliono rispettare le formule originali o di artigiani documentaristi pronti a riscoprire tecniche antiche. Quel verde ossidato, instabile e prezioso, rimane testimonianza di una chimica artigianale che metteva in gioco salute e pazienza per ottenere un colore senza eguali.