• Terre Naturali Spagna

Terre Ocra Gialle e Rosse della Spagna

Origini e Produzione

In Spagna, le terre ocra gialle e rosse affiorano come minuscole schegge di luce nel paesaggio: dai depositi rossi di ematite intorno a Tierga, alle argille dorate di Cuevas del Almanzora, fino alle storiche cave dell’Alicante. Questi pigmenti, estratti con metodi artigianali e tuttora commercializzati da pochi operatori locali, hanno accompagnato la decorazione murale iberica fin dall’epoca preistorica, passando per i fasti delle corti di Isabella e Ferdinando, e ritrovando nuovo vigore nei restauri moderni. Accanto ai giacimenti ancora attivi, giacciono testimonianze di cave secolari – come quelle di Muchamiel – le cui polveri alimentavano un mercato che si estendeva ben oltre le frontiere della Penisola. In questo articolo esploreremo le principali zone di produzione, le architetture e i monumenti che si sono colorati di ocra spagnola, e infine le tele dei grandi maestri che hanno saputo trarre da queste terre calde toni di straordinaria profondità cromatica.

Regioni Di Provenienza dell’Ocra Spagnolo

Produzione Attuale e Cave Storiche

Le principali regioni produttrici di terre ocra (ossidi di ferro) in Spagna oggi sono concentrate nell’Aragona e nell’Andalusia. Ad esempio l’azienda Promindsa estrae ocra rossa (ematite) nella miniera Santa Rosa di Tierga (Zaragoza), che da sola fornisce il ~75 % del suo minerale. In Andalusia si segnalano le miniere di Málaga (soc. Óxidos Rojos de Málaga) e di Almería (Óxidos del Sur). Una sintesi IGME registra negli anni ’90 impianti produttivi a Tierga (Zaragoza), Málaga, Almería e Jaén (Torrequebradillo) confermando l’importanza di queste zone. In riassunto, i centri attivi sono:

  • Promindsa – Santa Rosa (Tierga, Zaragoza): ocra rossa da ematite
  • Óxidos Rojos de Málaga (Andalusia): ocra rossa (hanno scoperto e sfruttato ocra spagnola di alta qualità fin dal 1906)
  • Óxidos del Sur – Cuevas del Almanzora (Almería): ocra gialla da limonite (mineralizzazione tipica di Almería)
  • Óxidos Rojos Andalucía – Torrequebradillo (Jaén) e SEOP (Jaén): ossidi di ferro per pigmenti.

Altre produzioni minori (anche sintetiche) esistono in Navarra (Fluid Minerals, Buñuel) e Murcia (Cremades). Oltre a questi siti operativi, si ricordano cave storiche documentate per le loro ocre di pregio. In particolare le “Minas del Sabinar” di Muchamiel/San Vicente (Alicante) furono attive fra XIX e XX secolo, estraendo ocra gialla di qualità elevata, esportata in Italia e soprattutto nel Regno Unito. Altri giacimenti storici di ocra gialla in provincia di Alicante includono la sierra di Fontcalent (Elche) e del Cabezo de Oro (Busot). Questi siti sono citati negli archivi perché le terre ocra lì estratte servivano per pittura e ceramica fino a metà ‘900.

L'Ocra Rosso di Malaga

L‘Ocra Spagnolo nell’Architettura

I pigmenti ocra spagnoli sono impiegati anche in grandi opere civili. Ad esempio, nell’industria moderna Promindsa fornisce ossidi rossi che rivestono monumenti famosi: la vernice rossa della Torre Eiffel a Parigi è ottenuta da ossidi di ferro spagnoli.

In ambito architettonico classico è noto l’uso diffuso di colori terrosi locali (ocra rossa/gialla) su facciate e decori di edifici storici in Spagna, benché manchino fonti dirette sul pigmento di origine; in ogni caso il panorama cromatico caldissimo di certi palazzi e chiese (es. Plaza de España di Siviglia) riflette l’uso di ossidi ferrici naturali locali.

Plaza de España di Siviglia

Plaza de España di Siviglia

L‘Ocra Spagnolo nelle Grandi Opere d’Arte

Molti pittori spagnoli hanno utilizzato terre ocra nella loro tavolozza, sia su tela che in dipinti murali. Ad esempio Diego Velázquez usava spesso terre gialle e rosse: l’analisi del suo capolavoro Las Meninas (1656, Madrid) rivela strati di yellow ochre e red ochre in vari particolari (ad es. nelle carnagioni e nei toni bruni dello sfondo). Analogamente, Francisco Goya impiegò ocra rossa nei suoi affreschi: nel ciclo della Certosa di Aula Dei a Zaragoza (1773–74) Goya applicò come base una «imprimatura a base di terra roja» (ocra rossa) che conferisce alle ombre toni caldi e trasparenti

Questi casi – verificati da analisi tecnico-scientifiche – documentano l’uso strutturale dell’ocra nei dipinti spagnoli storici. In generale le ocre, stabili e poco tossiche, furono impiegate in ogni epoca come fondamenta cromatiche dei dipinti: dai preliminari del Quattrocento fino agli oli barocchi, le terre ocra costituiscono un elemento costante nella tecnica pittorica spagnola.

Las Meninas di Diego Velázquez

Las Meninas di Diego Velázquez

Considerazioni sull’Ocra Spagnolo

Le terre ocra della Spagna raccontano una storia di bellezza antica e di continuità culturale: le cave di Aragón e Andalusia mantengono viva quella tradizione che, nel corso dei secoli, ha reso i murali e le tele iberiche vibranti di calore. Dai restauri delle porte gotiche alle superfici sgranate dagli agenti atmosferici, fino alle tele di Velázquez e Goya che rivelano stratificazioni di gialli e rossi, l’ocra spagnola si conferma un pigmento insostituibile. Nel recupero dei siti estrattivi e nell’uso consapevole di queste terre vive, troviamo oggi la sfida e l’opportunità di mantenere intatto un legame ininterrotto con la tradizione, proteggendo al contempo un patrimonio minerario e artistico che merita di continuare a illuminare le pareti e le tele del futuro.

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