Nel cuore delle montagne dell’Alto Atlante e nelle valli di Midelt, le terre ocra del Marocco emergono come polveri di luce antica, ricavate da argille impregnate di ossidi di ferro e lavorate secondo tecniche artigianali secolari. Oggi, poche ma attive cave forniscono ocra gialla e rossa alle botteghe di pittura a calce e agli artigiani del Tadelakt, perpetuando un legame millenario tra il paesaggio montano e le pareti delle kasbah. Abbiamo quindi tracciato l’origine di questi pigmenti naturali, documentato il loro utilizzo nei monumenti storici di Fès e Marrakech e esplorato le nuove espressioni artistiche che ne fanno il cuore materico di opere contemporanee.
Regioni Di Provenienza dell’Ocra Marocchino
I Principali Luoghi d’Estrazione
Le principali terre ocra marocchine provengono dalle montagne dell’Atlante. In particolare si segnala un unico produttore ancora attivo sugli altipiani dell’Alto Atlante centrale: egli estrae vene di ocra gialla, le calcinano in forni a legna e le macina in loco. Queste terre ocra alimentano pitture a calce e intonaci tadelakt tradizionali. Anche la regione di Midelt (Marocco centrale) è nota per l’ocra: studi recenti evidenziano che «l’ocra gialla marocchina» (a base di limonite/goethite) proviene da Midelt ed è usata da secoli nel tadelakt, mentre «l’ocra rossa marocchina» (ricca di ematite) di Midelt colora intonaci e affreschi.
Queste indicazioni confermano che oggi sul mercato i pigmenti “terra ocra” – commercializzati anche da fornitori internazionali – sono tipicamente provenienti dal bacino di Midelt e dai depositi montani interni del Marocco. Le fonti citano esplicitamente la zona di Midelt (Marocco centrale) e le alture dell’Atlante (Haut Atlas) come aree di estrazione dell’ocra mentre non risultano segnalate miniere storiche documentate di ocra in Marocco (la letteratura archeologica locale non menziona cave di ocra antiche).
L‘Ocra del Marocco nel Restauro Storico
L’impiego dell’ocra è attestato nell’architettura murale marocchina medievale. Scavi recenti nel complesso dell’università-moschea al-Qarawiyyin di Fès (sec. XI-XII) hanno riportato alla luce pareti dipinte: ad un metro da terra la “Casa 1” conserva motivi geometrici dipinti in ocra rossa su intonaco bianco. Anche il restauro del 2005 nella stessa moschea ha rivelato inaspettatamente un pannello murale decorato con motivi geometrici in ocra. Questi reperti confermano che tecniche di pittura “di supporto povero” erano diffuse nelle grandi strutture medievali: frammenti policromi in ocra sono stati trovati in case, moschee, mausolei, hammam e fontane pubbliche. In altri monumenti storici (ad es. il palazzo Saadita di Marrakech o le tombe merinidi di Chellah) sono state identificate decorazioni pittoriche con ossidi di ferro. Le analisi effettuate dimostrano che, accanto ai consueti intonaci chiari, le fasce inferiori di parete venivano spesso dipinte in tinte rossastre/ocra.
L‘Ocra Marocchino nelle Grandi Opere d’Arte
Anche nel patrimonio artistico marocchino si riscontrano applicazioni di ocra. I ritrovamenti murali medievali citati (a Fès, Chichaoua ecc.) provengono da maestranze locali, sebbene anonime. Tra gli artisti contemporanei, Fatiha Zemmouri utilizza esplicitamente terre locali e pigmenti ocra nelle sue opere. In Night on Earth (2023) l’artista ha impiegato suolo di Tahannaout (nei pressi di Marrakech) mescolato a pigmenti naturali: la superficie del pannello è costituita da terre brune stratificate, sulle quali emergono tonalità di bruno rossastro dovute a pigmenti come terra di Siena bruciata e ocra naturale. Zemmouri dichiara di fare dell’elemento “terra” il suo medium principale, impiegando materiale ferromagnesiaco locale per evocare texture e colori dell’ambiente marocchino.
Considerazioni sull’Ocra Marocchino
Le terre ocra del Marocco raccontano una storia di continuità tra natura e cultura: dal decoro islamico medievale alle sperimentazioni visive di oggi, questi pigmenti mantengono intatta la loro forza cromatica e simbolica. Scegliere ocre di Midelt o dell’Alto Atlante significa non solo attingere a colori sostenibili e locali, ma onorare una tradizione artigiana che ha donato ai famosi monumenti di Fès e ai palazzi di Marrakech la loro calda armonia. In un’epoca che riscopre i materiali autentici, l’ocra marocchina si conferma un testimone privilegiato del legame tra terra, storia e arte.
Sorgenti e Approfondimenti: terresetcouleurs.com – thelensjournal.com – academia.edu – scribd.com – tadelakt.it