Il Qadad (o Qudad) è un’antica tecnica yemenita di intonacatura impermeabile, che risale a oltre mille anni fa e sfrutta la reazione fra calce idrata, acqua e aggregati vulcanici per ottenere superfici resistenti all’acqua e ai sali. Tradizionalmente impiegato in cisterne, canali e muri di fortificazioni, il Qadad unisce la traspirabilità della calce aerea alla durabilità di un intonaco simile a quello idraulico, pur rimanendo privo di leganti sintetici. Il restauro dell’Amiriya Complex a Rada’a – insignito dell’Aga Khan Award for Architecture 2007 – e i manufatti ancora visibili nella diga di Marib testimoniano la longevità e l’efficacia di questa tecnica.
Origine e Storia del Qadad
Le prime applicazioni del Qadad risalgono all’antica civiltà dell’Arabia meridionale, dove la necessità di stoccare acqua e proteggere le mura in un clima arido spinse gli artigiani yemeniti a perfezionare un intonaco a base di calce. Il termine “Qadad” deriva dal verbo arabo che indica la calcinazione nel forno e la successiva “stagionatura” del prodotto.
Un esempio tra i più antichi è il sistema di canali e serbatoi della diga di Marib, fondato intorno al I millennio a.C., le cui strutture rivestite in Qadad sono ancora in parte visibili. Nel corso del Medioevo la tecnica si diffuse nelle corti yemenite, fino a diventare elemento distintivo delle dimore nobiliari di Sana’a e delle fortezze di Wadi Dhar.
Nel XVII secolo, l’uso del Qadad venne perfezionato con l’aggiunta di scoria vulcanica (shāsh), che conferiva all’intonaco proprietà pozzolaniche. L’Amiriya Madrasa di Rada’a, edificata nel XV secolo e restaurata tra il 1993 e il 2007, rimane il più celebrato monumento in Qadad: l’intonaco originale è stato ripreso centimetro per centimetro, dimostrando che, con le tecniche tradizionali, un rivestimento può resistere per secoli, mantenendo intatta impermeabilità e traspirabilità.
Con l’avvento di materiali moderni, il Qadad rischiò l’oblio, ma progetti di restauro internazionale – spinti dall’Aga Khan Trust e dall’UNESCO – hanno riportato in auge la tecnica, formando nuove generazioni di artigiani yemeniti e internazionali, capaci di riprodurre fedelmente il mix originario di calce, acqua e aggregati vulcanici.
Il Qadad può essere considerato la versione medioorientale del Tadelakt marocchino e un erede diretto degli intonaci pozzolanici romani. Come il Tadelakt, sfrutta calce idrata e tecniche di levigatura per ottenere superfici impermeabili; allo stesso modo, richiama la pozzolana romana – mescolata ad agrégati vulcanici – per la sua durabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Questa convergenza di tradizioni testimonia come, in regioni diverse, l’arte della calce si sia evoluta in soluzioni analoghe per proteggere e decorare gli edifici più preziosi.
La Tecnica del Qadad
Metodi e Materiali Originali
Come per tutte le tecniche a calce autentiche, anche nel Qadad è fondamentale impiegare calce locale, estratta in prossimità delle installazioni dove si applica il rivestimento. In Yemen, le fornaci tradizionali sorgono spesso ai piedi delle catene montuose o nei pressi di giacimenti calcarei, per mantenere intatta la purezza del materiale e sfruttare il know-how secolare:
- Montagne di Haraz (capoluogo: Ibb) calcare di origine marina, ideale per cottura a legna e stagionatura prolungata.
- Alture di Sana’a – depositi di pietra calcarea bianca, utilizzati fin dall’epoca preislamica per la produzione di calce idrata.
- Valle di Marib – nelle cave intorno all’antica diga, i sedimenti carbonatici garantiscono una calce con ottima reattività pozzolanica.
Qualità della Calce Locale
- Caratteristiche chimiche proprie del territorio, che determinano la giusta velocità di carbonatazione e resistenza meccanica.
- Compatibilità strutturale con il sottofondo, riducendo tensioni e rischio di crepe.
- Identità materica in armonia con l’ambiente circostante, dove ogni nuance racconta l’origine del minerale.
Fasi Tecniche Chiave
- Scelta e macinazione della calce locale
La calce viene cotta in forni a legna adiacenti alle cave, poi spenta e macinata a pietra, per garantire la granulometria ideale. - Aggiunta degli aggregati vulcanici
La scoria (“shāsh”) estratta dai vulcani dello Yemen si unisce alla calce in percentuali del 30–40 %, conferendo proprietà pozzolaniche all’intonaco. - Applicazione a più mani e levigatura
Ogni strato, steso spesso 3–5 mm, viene levigato con pietre locali (segui Haraz, Sana’a o Marib), fino a creare una superficie impermeabile e liscia. - Stagionatura naturale
L’intonaco matura lentamente, in condizioni di ombra e ventilazione controllata, per completare la reazione chimica che lo renderà stabile e duraturo.
Le Caratteristiche del Qadad
Vantaggi e Svantaggi
Il Qadad si distingue per la sua straordinaria capacità di coniugare impermeabilità e traspirabilità. A differenza dei rivestimenti plastici, non forma un film sigillante: al contrario, la reazione tra calce idrata, acqua e aggregati vulcanici trasforma l’intonaco in una membrana viva, che respira con il muro. Questo lo rende ideale dove l’umidità è una sfida costante – cisterne, hammam storici, ambienti umidi – ma anche in contesti residenziali moderni, per chi desidera superfici salubri e stabili nel tempo.
Tra i punti di forza del Qadad troviamo la durabilità millenaria (i rivestimenti in Marib e Rada’a sono ancora intatti dopo secoli), la resistenza agli sbalzi termici e la capacità di inibire batteri e alghe grazie all’alcalinità della calce. La finitura, levigata ma non plastica, assorbe naturalmente eventuali tracce di condensa, restituendo superfici asciutte e igieniche. Allo stesso tempo, è necessario riconoscere alcuni limiti:
- Tecnica specialistica: la complessità dei tempi di riposo e delle gestualità di levigatura richiede artigiani esperti, poco diffusi al di fuori delle regioni d’origine.
- Tempi di esecuzione: ogni strato va lasciato maturare per almeno 12–24 ore e la stagionatura completa richiede fino a due settimane, allungando i tempi di cantiere.
- Manutenzione specifica: in ambienti molto aggressivi (sale, umidità continua) può rendersi necessario un leggero velo protettivo, come oli naturali, che altera lievemente la texture originale.
In definitiva, il Qadad è la scelta perfetta per chi cerca un rivestimento che unisca storia, funzionalità e bellezza autentica, accettando di investire in artigianalità e tempi adeguati. Le sue superfici parlano di luoghi remoti, di tecniche ancestrali e di un legame profondo con la terra e il fuoco dei forni a legna.
Perchè Scegliere il Qadad Oggi ?
Optare per il Qadad significa riportare nel proprio progetto di ristrutturazione un’esperienza millenaria che unisce la leggerezza della calce alla forza degli aggregati vulcanici. In un’epoca in cui le costruzioni spesso si appiattiscono dietro superfici plastiche e additivi chimici, il Qadad offre un’alternativa radicale: superfici davvero impermeabili pur restando traspiranti, in grado di autoregolare l’umidità e di mantenere ambienti salubri e privi di muffe.
Il fascino del Qadad risiede nella sua storia, narrata dalle mura delle antiche dighe di Marib e dalle sale della madrasa di Rada’a, nonché nella sua capacità di invecchiare con grazia, sviluppando leggere patine che raccontano il passare del tempo. Tuttavia, in Italia ed in Europa in generale, trovare materiali autentici e artigiani specializzati può rivelarsi estremamente difficile.
È giusto ricordare che, pur essendo nata come tecnica “povera” nei millenni scorsi – basata su calce e scorie vulcaniche a basso costo – il Qadad applicato nel nostro contesto richiede un impegno importante: l’importazione di calce yemenita di qualità, la ricerca di aggregati adeguati, e soprattutto la manodopera di pochi artigiani formati. Questo rende il Qadad oggi una scelta non solo di gusto estetico e di benessere, ma anche di passione per l’arte del Medio Oriente e per le antiche tecniche di decorazione, con un investimento che riflette la sua esclusività.
In definitiva, il Qadad è perfetto per chi desidera un rivestimento di grande personalità, profondamente sostenibile e fedele a una tradizione costruttiva che continua a proteggere e impreziosire i luoghi più preziosi del Medio Oriente. È una scelta che parla di amore per la storia, di rispetto per l’ambiente e di volontà di portare nelle nostre case un frammento di cultura secolare, consapevoli del valore – anche economico – di un’opera artigiana rara e preziosa.