• Pigmento Nero di Noccioli

Nero di Noccioli – Il Carbone della Frutta

Il nero di noccioli rappresenta un ponte tra le pratiche artigiane più antiche e le esigenze estetiche moderne, una polvere scura che racchiude in sé il calore della terra mediterranea e la forza del carbonio puro. Nasce dall’unione tra materia vegetale e tecnica sofisticata: i noccioli di olive, ciliegie e pesche, considerati scarti, si trasformano grazie a un processo di combustione controllata in un pigmento dal carattere unico. Questa polvere finissima, dal riflesso caldo lievemente brunastro, ha accompagnato secoli di creatività: dai disegni preparatori dei grandi maestri rinascimentali alle decorazioni di ceramiche e inchiostri di pregio. 

Storia e Origini Del Nero di Noccioli

L’uso del carbone vegetale affonda le radici nella più remota antichità, ma fu nel cuore del bacino Mediterraneo che i maestri artigiani scoprirono il valore dei noccioli come fonte di pigmento. Già nel pieno del Medioevo, nei frantoi che lavoravano le olive per l’olio, si raccolsero i noccioli ormai privi di polpa e li si lasciò essiccare per giorni al sole. Ben presto si comprese che, privati della loro umidità e sottoposti a una combustione lenta in recipienti sigillati, avrebbero dato origine a un carbone estremamente fine, privo delle impurità tipiche delle legna.

Questa tecnica, nota come pirolisi controllata, venne affinata nelle botteghe rinascimentali, dove si sceglievano solo noccioli integri e ben essiccati, garanzia di un nero più omogeneo e resistente alla luce. Nei trattati di arti meccaniche dell’epoca si trovano riferimenti a queste procedure e lodi calibrati al “nero velluto” che si otteneva grazie a pazienti fasi di accensione e spegnimento del forno. L’evoluzione di queste conoscenze portò il nero di noccioli a essere considerato, accanto al nero d’ossa e al nero fumo, uno dei pigmenti di punta per incisori, pittori e stampatori fino all’avvento dei colori industriali.

Composizione Del Nero di Noccioli

Il nero di noccioli è un carbone amorfo, formato da carbonio elementare unito a tracce di composti organici volatili residui. La qualità del pigmento dipende direttamente dal tipo di nocciolo utilizzato, dalla durata della carbonizzazione e dalla temperatura massima raggiunta. I noccioli di oliva, più compatti e oleosi, producono un nero più intenso e profondo; quelli di ciliegia o pesca danno toni leggermente più morbidi e rossi.

Il procedimento artigianale prevede che i noccioli vengano prima asciugati al sole per diversi giorni, quindi inseriti in contenitori ceramici o metallici chiusi, che vengono riscaldati progressivamente. La pirolisi avviene in assenza quasi totale di ossigeno e può durare fino a sei ore. Il carbone ottenuto viene poi frantumato, macinato a lungo in mortai di pietra o mulini a sfere, e infine setacciato finemente. L’uso di acqua durante la macinazione serve a ridurre l’elettrostaticità e a migliorare la dispersione del pigmento nelle colle animali o nei leganti oleosi.

Utilizzi Storici Del Nero di Noccioli

Il nero di noccioli veniva impiegato principalmente in tre contesti: disegno, pittura e stampa. Nei disegni preparatori, la sua polvere veniva mescolata con gomma arabica o estratti di ciliegio selvatico per realizzare inchiostri fluido-pittorici di alta densità. Era il nero prediletto da molti incisori e calcografi del Cinquecento per la sua capacità di assorbire la luce e per l’uniformità del tratto.

In pittura, trovava spazio sia nei fondi che nei dettagli, spesso in alternanza con il nero d’ossa o con il nero fumo. Le sue tonalità leggermente calde lo rendevano ideale per i contorni morbidi e per i passaggi d’ombra nei ritratti. Anche nell’arte sacra, in particolare nei panneggi scuri e nelle architetture notturne, questo nero dava profondità senza raffreddare troppo la scena. Nella stampa tipografica artigianale veniva aggiunto agli inchiostri per migliorarne la coprenza e ridurre i costi, sfruttando la disponibilità stagionale dei noccioli durante la raccolta delle olive.

L’Evoluzione del Nero di Noccioli

Il nero di noccioli è un pigmento che racconta una storia fatta di recupero, sapienza artigianale e natura mediterranea. A differenza dei neri industriali moderni, porta con sé la memoria di processi lenti e materiali semplici, capaci di generare una tonalità profonda e viva. Oggi, il suo uso sopravvive tra restauratori, iconografi e pittori che cercano nella materia il legame diretto con la tradizione autentica dei laboratori storici. Studiarlo, riprodurlo e impiegarlo con consapevolezza significa onorare un capitolo fondamentale della cultura materiale del colore.