Le pitture viniliche, nate negli anni ’60 come alternativa economica alle emulsioni acriliche, hanno trovato rapidamente un posto nei cantieri domestici grazie al loro costo contenuto e alla facilità di applicazione. Basate su resine viniliche disperse in acqua, offrono finiture opache dal potere coprente moderato e richiedono una manutenzione elementare. Tuttavia, come qualsiasi soluzione tecnica, portano con sé vantaggi e limiti specifici, soprattutto se confrontate con le vernici a calce o le acriliche più evolute.
La Storia Delle Vernici Viniliche
Nascita ed Evoluzione
Le prime vernici viniliche apparvero sul mercato europeo sul finire degli anni ’60, quando l’industria chimica iniziò a sperimentare copolimeri di acetato‑vinile per applicazioni edilizie. Il vantaggio principale era il prezzo contenuto: a differenza delle resine acriliche, le viniliche si potevano produrre a costi inferiori, grazie a materie prime più economiche e a processi di sintesi semplificati. Inizialmente diffuse come pitture “low‑cost” per ambienti interni a basso traffico, nel tempo i produttori hanno ottimizzato la formulazione introducendo cariche minerali per aumentare il potere coprente e additivi per migliorare la resistenza al lavaggio. Sebbene rimangano in gran parte un prodotto da “fai‑da‑te” e da tinteggiature di servizio, le viniliche hanno saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nei mercati di massa.
Caratteristiche ed Utilizzi
Delle Vernici Viniliche
Le pitture viniliche si presentano come emulsioni in acqua, con una densità intorno a 1,3 kg/l, leggermente inferiore alle acriliche. Una volta agitate, si stendono facilmente a rullo o a pennello, asciugando in 4–6 ore al tatto. Il loro film, generalmente opaco, copre bene imperfezioni lievi, ma richiede spesso due mani per uniformare completamente il supporto.
- Composizione: resine viniliche (acetato‑vinile), pigmenti bianchi (biossido di titanio) o colorati, cariche minerali e additivi fungicidi.
- Applicazione: compatibili con cartongesso, intonaco, calcestruzzo e legno preparato; non necessitano di primer nella maggior parte dei casi interni.
- Pulizia: superfici lavabili con panno umido, resistente a detergenti neutri; sconsigliate soluzioni aggressive.
- Colorazione: disponibile in tinte base da miscelare tramite tintometro, ma la gamma resta più limitata rispetto alle acriliche.
Usi più comuni:
- Interni a budget contenuto (garages, cantine, ripostigli)
- Locali transitori o di servizio (scale condominiali, autorimesse)
- Progetti di restauro economico dove l’estetica non è prioritaria
Pur non offrendo la stessa traspirabilità delle calci o la brillantezza delle acriliche, le pitture viniliche permangono una soluzione pratica quando si cerca un compromesso tra costo, semplicità d’impiego e manutenzione minima.
Conclusione – Una Soluzione di Compromesso
Le pitture viniliche si confermano una scelta pratica quando il budget è limitato e l’obiettivo è rinnovare rapidamente ambienti di servizio o spazi poco frequentati. Il loro costo contenuto, l’applicazione senza primer e la manutenzione minima le rendono ideali per scale condominiali, garage e locali tecnici.
Tuttavia, rispetto alle vernici acriliche e soprattutto alle soluzioni a calce, le viniliche presentano un potere coprente inferiore, una traspirabilità più bassa e una gamma cromatica ridotta. Se l’aspetto economico e la velocità di cantiere sono prioritari, rispondono in pieno alle esigenze; per spazi abitativi, storici o dove la qualità dell’aria e la durevolezza sono fondamentali, potrebbe valere la pena valutare alternative più performanti e sostenibili. In definitiva, le viniliche restano un’opzione valida nel panorama delle pitture murali, a patto di inserirle nel contesto d’uso corretto e di considerarne i limiti in fase di progettazione.
SORGENTI E APPROFONDIMENTI: wikipedia.org – settef.it – coloriearredi.it – zambottovernici.com