• Pigmenti Preferiti Salvador Dali

I Pigmenti Preferiti da Salvador Dalí

Salvador Dalí (1904-1989) concepiva il colore come lingua primaria dell’inconscio, selezionando ogni pigmento in base alla sua capacità di evocare immagini oniriche e sensazioni viscerali. In bottega, le polveri venivano ripetutamente decantate, setacciate e macinate in mortai di marmo, quindi miscelate con olio di lino deacidificato e, negli anni Cinquanta, con vernici acriliche per accentuarne la brillantezza e la tenuta nel tempo. Ripercorrere la tavolozza di Dalí significa recuperare un sapere artigianale che unisce minerali antichi e nuove sintesi chimiche, dosati come note musicali in un concerto visivo destinato a scuotere la percezione. 

I Pigmenti della Tavolozza di Dalí

Salvador Dalí trattava ogni pigmento come un ingrediente di una pozione magica: selezionava materiali antichi e moderni in base alla loro struttura, brillantezza, trasparenza e risposta emotiva. Nelle dispense del suo studio di Portlligat e Figueres, polveri di piombo bianco venivano decantate per settimane, i gialli di cadmio e di Napoli setacciati fino a eliminare ogni granulo troppo grosso, i blu di Prussia e sintetici miscelati con cura a diverse percentuali di bianco. Conosciamo la composizione delle sue miscele grazie a osservazioni dirette e a campioni analizzati al Reina Sofía e al MoMA.

Ocra Gialla

COLORE: Giallo Terroso

ORIGINE: Europa, Asia, Africa, America, Oceania

Le ocra naturali, decantate per giorni e poi filtrate, servivano da raccordo tra le macchie intense di colore. In Apparizione di una testa d’uomo, Dalí applicava l’ocra in velature sottili su fondi chiari per creare armonie terrose e un senso di continuità tra forme disparate. Questo pigmento, stabile alla luce, è rintracciabile in sovrapposizioni multiple con i colori sintetici, testimoniando la sua funzione di “collante cromatico”.

Giallo Cadmio

COLORE: Giallo Caldo

ORIGINE: Francia

Nei paesaggi surrealisti e nelle architetture di Paysage hallucinogène, Dalí applicava il cadmio giallo in impasti densi, quasi cremosi, alternando pennellate ravvicinate a velature traslucide. Il pigmento, resistente alla luce e al tempo, consentiva pennellate rapide e ritornanti, capaci di emanare bagliori solari. In certe porzioni, aggiungeva una piccola quantità di Giallo di Napoli per modulare la saturazione e creare transizioni più soffici, evitando l’eccessiva “vivacità” del giallo puro .

Giallo Napoli

COLORE: Giallo Chiaro

ORIGINE: Campania

Il Giallo di Napoli di Dalí era una polvere triturata finemente, resa cremosa da un legante a base di olio di lino e talvolta caseina. Lo impiegava in strati sottili per definire bagliori diffusi su superfici marmoree o architettoniche, come nelle pareti di Il metodo paranoico-critico applicato alla pittura. Le analisi a infrarossi ne hanno evidenziato l’uso in più passate sottili, sprigionando un bagliore delicato che il solo cadmio giallo non avrebbe potuto offrire.

Blu di Prussia

COLORE: Blu Pronfondo

ORIGINE: Berlino

Il blu di Prussia in Dalí appare in velature semitrasparenti, stese sopra o sotto strati di bianco di piombo per modulare profondità e freddo emotivo. In Metamorfosi di Narciso, le zone scure dell’acqua portano tracce di Prussia fine, applicata con pennellate fluide e risonanti. La sua granulometria media lo rendeva adatto a stesure che vibrano quando la luce incide la superficie, creando un alone misterioso intorno alle forme.

Bianco di Piombo

COLORE: Bianco Caldo

ORIGINE: Europa

Dalí considerava il bianco di piombo il “materasso” su cui far affiorare le sue immagini oniriche. Lo lavorava in mortai di marmo fino a ottenere una polvere finissima, quindi lo miscelava con olio di lino deacidificato in proporzioni variabili: denso e plastico nei soggetti centrali, più fluido nelle campiture di sfondo. L’uso di almeno cinque strati in La persistenza della memoria permette di osservare microscopicamente come i primi strati riflettano la luce verso quelli superiori, amplificando la trasparenza dei toni successivi e creando quell’effetto di “lume interiore” che distingue le sue superfici eteree.

Bianco di Zinco

COLORE: Bianco Freddo

ORIGINE: Europa

Introdotto nelle miscele di Dalí dopo il 1940, il bianco di zinco divenne il suo alleato per le velature delicate e i dettagli di transizione cromatica. Meno riflettente del piombo bianco, veniva mescolato in piccole percentuali con pigmenti più caldi per smorzarne la tonalità e ottenere passaggi luminosi ma non accecanti. In Cristo di San Giovanni della Croce, il bianco di zinco è rintracciabile nelle sfumature tenui del mantello, usate per alleggerire i contorni senza interrompere l’armonia dei toni caldi circostanti.

Blu Oltremare

COLORE: Blu Acceso

ORIGINE: Afghanistan

Per le grosse campiture di cielo e nelle sfere enigmatiche delle Composizioni Molecolari, Dalí usava l’oltremare sintetico per la sua capacità di mantenere tonicità senza offuscare la luce. In alcuni strati spessi, ne miscelava brevi dosi con bianco di piombo, ottenendo un blu vellutato che pareva pulsare sotto il pennello. Le analisi spettrali confermano stratificazioni di questo pigmento in tele di grandi dimensioni.

Vermiglione

COLORE: Rosso Vermiglio

ORIGINE: Spagna, Italia

Il vermiglione ottenuto dal cinabroveniva selezionato in granuli molto puri, scartando le frazioni più scure. Dalí lo impastava con olio leggero e gocce di essenza di trementina per creare tocchi drammatici nei nuclei pulsanti delle sue opere, come in La tentazione di Sant’Antonio. I campioni chimici mostrano l’uso in strati spessi e quasi materici, finalizzati a concentrare l’attenzione su dettagli emotivi.

I Capolavori di Dalí Attraverso i Suoi Pigmenti

Per Dalí, ogni tela era un palcoscenico, costruito strato dopo strato con pigmenti scelti come tessere di un mosaico psichico. Le sue composizioni univano spazi irreali e dettagli iperrealisti, grazie a stratificazioni di Bianco di piombo e velature di gialli e blu che rispondevano al tocco del pennello come onde sonore. In questo capitolo esploreremo alcune opere chiave per vedere come Dalí orchestrasse le sue materie cromatiche in un laboratorio surreale di luce, ombra e colore vibrante.

La Persistenza Della Memoria (1931)

Museum of Modern Art, New York

In La persistenza della memoria, gli orologi molli emergono da un fondo morbido grazie a strati multipli di Bianco di piombo (fino a dieci passate), applicati con spatola e pennello a setola dura per modellare i rilievi morbidi delle superfici . Le ombre bluastre sui lembi degli orologi sono realizzate con Blu di Prussia, steso in velature semitrasparenti che lasciano trasparire la base bianca sottostante, creando un alone di mistero. Sul piano roccioso, le ocra si mescolano in velature sottili di Ocra e Terra di Siena per evocare la consistenza granulosa della pietra. I bagliori gialli caldi, sparsi tra pieghe e spigoli, sono resi con Cadmio Giallo, impastato con minima biacca per non contrastare l’effetto onirico, mentre tocchi di Giallo di Napoli alleggeriscono le transizioni verso il bianco creando un riverbero solare irreale.

Cristo di San Giovanni della Croce (1951)

Kelvingrove Art Gallery and Museum, Glasgow

Nel maestoso Cristo di San Giovanni della Croce, Dalí sfrutta un bianco quasi accecante: il Bianco di piombo è steso in spessori notevoli sul corpo, poi parzialmente levigato per far emergere tagli di luce netti che separano la figura dallo spazio scuro. Il fondo scuro è costruito con Blu Oltremare sintetico, stratificato in velature d’olio per ottenere una profondità infinita, interrotta solo da accenni di Blu di Prussia nei margini più ombrosi . Le armi del Cristo, riflessi sul legno della croce, sono evidenziate con Giallo di Napoli, che conferisce un’aura dorata, mentre le sottili vene di sangue sono rese con un impasto di Vermiglione e un pizzico di Cadmio Rosso, dosato per suggerire intensità emotiva senza kitsch.

Cristo di San Giovanni della Croce salvador dalì

Galatea Delle Sfere (1952)

Museo Gala-Dali, Figueres

In Galatea delle sfere, Dalí impiega il Bianco di piombo in sottili impasti stratificati per modellare il volto sospeso di Gala, creando un incarnato traslucido che sembra fendere l’aria . I cerchi fluttuanti sono delineati con Cadmio Giallo e Giallo di Napoli, applicati in velature successive che variano dal giallo cremoso al dorato, ottenendo un effetto di luce interna. Le ombre circolari, che danno consistenza alle sfere, nascono da impasti di Blu di Prussia miscelato a un tocco di Bianco di zinco per ammorbidire la profondità, mentre i contorni più netti presentano tracce di Vermiglione, usato in punte di colore deciso per accentuare il ritmo ritmico della composizione . Questo bilanciamento di pigmenti—antichi e moderni—è stato confermato dalle analisi XRF e Raman effettuate sugli strati cromatici, che rivelano la sua meticolosa tecnica di stratificazione e fusioni di colore.

La Tentazione di Sant’Antonio (1946)

Museo del Prado, Madrid

In questa scena visionaria, Dalí usa Ocra e Terra di Siena in campiture ampie per i deserti alchemici, stese con spatola per ottenere superfici irregolari che catturano la luce in modo febbrile. Le figure mostruose emergono da impasti di Vermiglione, stratificato in più mani per renderlo opaco e drammatico, mentre i richiami celesti sono tracciati in Blu Oltremare sintetico su un sottile velo di Bianco di piombo, accentuato con sprazzi di Giallo di Napoli per suggerire portali luminosi. Le ombre profonde, quelle più perturbanti, sono costruite in Blu di Prussia miscelato a Bianco di zinco, dosato con gocce di essenza di trementina per creare tracce evaporate sul bordo cromatico.

La tentazione di Sant’Antonio salvador dalì

Usare i Colori del Maestro Dalí Oggi

Riprendere la tavolozza di Dalí significa immergersi in un alambicco di pigmenti e visioni. Dosare Bianco di piombo per scolpire luci irreali, stratificare Cadmio Giallo e Giallo di Napoli per bagliori solari, modulare Blu di Prussia e Blu Oltremare per abissi misteriosi, intensificare i nuclei drammatici con Vermiglione: sono gesti che trasformano la pittura in un’esperienza sensoriale e mentale. In un’epoca di medium digitali, tornare a questi pigmenti artigianali vuol dire recuperare il valore della materia, restituire spessore alle idee e continuare la lezione surreale di Dalí secondo uno spirito di sperimentazione e di meraviglia senza fine.

Sorgenti e Approfondimenti: thedali.org – russell-collection.com – pubs.rsc.org