Paul Cézanne (1839–1906) pose le basi della pittura moderna trasformando il gesto pittorico in un’esplorazione dei piani, dei volumi e della luce filtrata dalla materia. Le sue tele – dai paesaggi di Sainte‑Victoire alle nature morte con mele – sono costruite con pennellate stratificate di pigmenti selezionati con cura quasi scientifica. Cézanne lavorava esclusivamente a olio, scegliendo bianchi stesi in impasti densi, terre naturali e blu minerali per tradurre il mondo in moduli cromatici. Oggi, grazie alle indagini spettroscopiche (XRF, FTIR) e agli appunti di bottega conservati presso i Licei artistici parigini, possiamo ricostruire la sua tavolozza, fondata su un equilibrio tra pigmenti tradizionali e innovazioni chimiche dell’Ottocento.
I Pigmenti della Tavolozza di Cézanne
Cézanne preparava le sue miscele direttamente in studio, impastando le polveri di pigmento con oli belli densi e, talvolta, con un tocco di vernice siccativa per accelerare l’essiccazione. Lavorava su tele di tela grezza o leggermente preparate, depositando colori in stratificazioni che emergono ancora oggi come rilievi materici. Le analisi condotte su opere come Mont Sainte‑Victoire (Musée Marmottan‑Monet, Parigi) e Le Garçon au gilet rouge (National Gallery, Londra) rivelano l’uso costante di bianchi nobili, terre ferruginose, blu di sintesi e rossi di nuova generazione, scelti per sostenere le sue pennellate ampie e modulare la vibrazione dei piani cromatici.
Ocra Gialla
COLORE: Giallo Scuro
ORIGINE: Europa, Asia, America, Oceania, Africa
L’ocra gialla fungeva da base calda nelle sue architetture di case e montagne. Cézanne la stendeva in campiture compatte, stratificandola fino a ottenere un effetto sabbioso che, insieme ai verdi e ai blu, modulava gli spazi in modo quasi geometrico.
Terra Verde Verona
COLORE: Verde Profondo
ORIGINE: Verona, Italia
I verdi naturali, come la Terra Verde di Verona (e a volte la Malachite), comparivano nei paesaggi e negli accenti dei vestiti. Vengono applicati in strati sottili, mescolati con ocre e blu per ottenere quel senso di vegetazione stilizzata che è il segno distintivo dei paesaggi cezanniani.
Cadmio Rosso
COLORE: Rosso Intenso
ORIGINE: Germania
Il cadmio rosso era il tocco vivo delle fragole e delle tinte dei gilet. Cézanne lo usava in piccole dosi, spesso in impasti leggeri miscelati a un goccio di bianco, per non appiattire la saturazione e mantenere una vibrazione cromatica intensa.
Blu Cobalto
COLORE: Blu Accesso
ORIGINE: Francia
Il Cobalto Blue, più stabile dei blu organici, entrava nei cieli intensi delle colline provenzali e nei dettagli di tessuto. Impastato con olio di semi di papavero, manteneva un tono puro che dialogava con le terre ferruginose senza spegnersi.
Terra d’Ombra Bruciata
COLORE: Nero Bruno
ORIGINE: Umbria, Campania
La Terra d’Ombra Bruciata forniva a Cézanne il tono di raccordo tra le aree chiare e le ombre profonde. Impastata con olio e poco solvente, permetteva pennellate morbide, ideali per le transizioni cromatiche delle nature morte, mantenendo la grana del pigmento ben visibile.
Terra di Siena
COLORE: Giallo Scuro
ORIGINE: Siena, Toscana
Per i volumi delle mele e dei tronchi, Cézanne impiegava la Terra di Siena in impasti densi mescolati a bianco di piombo‑cadmio, ottenendo carnagioni terrose e calde. Le stratificazioni lente creavano un chiaroscuro morbido, capace di modellare la forma senza ricorrere al nero puro.
Blu di Prussia
COLORE: Blu Caldo
ORIGINE: Germania
Il Prussian Blue compariva nelle campiture d’accento nei vestiti dei personaggi o nei riflessi d’acqua. Cézanne lo miscelava in velature sottili con bianco di piombo, creando tonalità polverose che si fondevano con le terre e i verdi.
I Capolavori di Cézanne Attraverso i Suoi Pigmenti
Cézanne non dipingeva mai “per decoro”: ogni tela nascondeva un vero e proprio laboratorio di materia. I suoi pigmenti venivano dosati e miscelati con cura quasi scientifica, stratificati in mani successive per costruire i volumi e far vibrare la luce attraverso la materia stessa. In questo capitolo entreremo nel vivo di quattro opere fondamentali – ognuna datata e corredata della sua collocazione – per scoprire come i bianchi, le terre e i blu di Cézanne plasmino montagne, nature morte, figure e spazi con una concretezza nuova che ha aperto la strada all’arte moderna.
Mont Sainte-Victoire (1902-1904)
Musee Marmottan-Monet, Parigi
Nella vasta veduta del Monte Sainte‑Victoire, Cézanne impasta la Terra d’Ombra Bruciata e la Terra di Siena in campiture compatte, stratificate fino a costruire scarpate rocciose palpabili al tatto. Tra queste masse terrose, appaiono tocchi di Ocra Gialla dosata in velature leggere, a suggerire il riverbero del sole sulle rocce mediterranee. Il cielo è un tamburo vibrante di Azzurrite miscelata con poco Bianco Piombo‑Cadmio, stesa in pennellate orizzontali e oblique che creano un effetto di luce filtrata. Nei primi piani verdi, la Terra Verde di Verona e qualche granello di Malachite si intrecciano con i blu di sintesi, dando vita a macchie di colore che sembrano scogliere e pini. L’accostamento materico di queste terre naturali e dei blu minerali conferisce alla scena una struttura costruita “per piani di colore”, in cui ogni pigmento regge il suo pezzo di paesaggio con forza tattile.
I Giocatore di Carte (1890-1892)
Oakroom, Londra
In questa scena di figure sedute al tavolo, il Bianco Piombo‑Cadmio funge da collante luminoso per i tessuti e i volti, impastato con olio in spessori variabili che consentono di modellare guance e abiti con effetti di luce e ombra calibrati. Le camicie bianche emergono da strati più sottili, mentre le zone di massima luce – le maniche di lino, i riflessi sui bicchieri – sono costruite in impasti più densi. Il tavolo, carico di carte e fiches, si tinge di Terra di Siena e Cinabro, mescolati in proporzioni che oscillano per creare passaggi cromatici cupi o più caldi. Nei fondali scuri delle pareti si individua il Nero Carbone, stemperato da velature di ocra per evitare un nero piatto, mentre i capi dei giocatori mostrano accenni di Prussian Blue, messi in trasparenza per conferire profondità e spezzare i toni terrosi. L’effetto complessivo è un’istantanea viva, in cui ogni pigmento contribuisce a raccontare la tensione silenziosa della partita.
Cesto di Mele (1895-1898)
National Gallery of Art, Washington D.C
Nel Cesto di mele, Cézanne esplora la natura morta come struttura coloristica. Le mele rosse e gialle nascono da un’impasto di Cadmio Rosso e Ocra Gialla, dosati in mani successive per ottenere una frutta vibrante di luce interna. Le buccie brillano di riflessi caldi quando toccate dal Bianco Piombo‑Cadmio, mentre le ombre interne dei frutti sono costruite con un velo di Terra di Siena, introducendo variazioni di tono che ne esaltano la rotondità. Il cesto di vimini è dipinto con Terra d’Ombra Bruciata e Terra Verde di Verona, accostate e sfumate con pennellate rapide, per evocare il legno intrecciato. Il piano di appoggio è un tappeto di velature di Azzurrite e Prussian Blue, applicate sottilissime per suggerire un tessuto leggero che contrasta con la pienezza della mela. Ogni pigmento, qui, non è solo colore ma materia che racconta il peso e la consistenza del frutto.
Paesaggio di Gardanne (1899–1900)
Museo d’Orsay, Parigi
Nel Paesaggio di Gardanne, Cézanne utilizza la gamma delle terre e dei blu per rendere la collina bruciata dal sole. Le rocce sono dipinte con Terra di Siena e Terra d’Ombra Naturale, stratificate in impasti più o meno densi per restituire la granulazione della roccia. Tra gli spazi stesi di colore, appaiono pennellate di Ocra Gialla che illuminano i punti di massima esposizione al sole, mentre i pini sono sfumati con Terra Verde e punte di Malachite, creando un contrasto tra il calore della terra e il verde vivido della vegetazione. Il cielo è un tappeto di Cobalto Blue, applicato in una sola mano ma con pennellate nervose che suggeriscono il movimento delle nuvole. In basso, un filare di piccoli edifici si staglia in frammenti di Prussian Blue e Bianco Piombo‑Cadmio, accenti puntuali che equilibrano la composizione. Qui si vede come ogni pigmento di Cézanne fosse parte di un codice visivo preciso, in cui la materia pittorica organizza lo spazio e la luce.
Usare i Colori del Maestro Cezanne Oggi
Adottare i pigmenti di Cézanne nella pratica contemporanea significa portare con sé un’eredità di materia viva. Miscelare Bianco di piombo‑cadmio e terre naturali per costruire forme solide, stratificare ocra e blu minerali per reggere la struttura di un paesaggio, introdurre tocchi di cadmio rosso o di verde terroso per accentuare il ritmo cromatico: sono gesti che mantengono il colore in tensione tra superficie e volume. In un’epoca di medium sintetici e superfici piatte, tornare a quei pigmenti significa restituire spessore, resistenza alla luce e autenticità tattile ai nostri muri e alle nostre tele.
Sorgenti e Approfondimenti: mccrone.com – nature.com – culturalheritage.org – artic.edu – nationalgallery.org.uk