Gustav Klimt, figura di spicco della Secessione Viennese, elevò la pittura a un’opera d’arte totale dove il colore e i materiali diventavano parte integrante del messaggio simbolico. Tra il 1901 e il 1909, nella sua celebre “fase d’oro”, egli sperimentò non solo con le tonalità più intense ma anche con materiali preziosi come la foglia d’oro, combinandoli a pigmenti tradizionali per creare superfici lucenti e stratificate. Le recenti indagini condotte dal Belvedere di Vienna – tramite radiografie digitali, fluorescenza a raggi X (XRF) e analisi al microscopio – hanno mappato con precisione la composizione dei suoi dipinti, rivelando scelte ricorrenti e deliberate in almeno sei materiali fondamentali. Comprendere questi pigmenti significa penetrare nella tecnica di Klimt, fatta di impasti densi, velature sottili, stratificazioni di oro e colore, e cogliere l’equilibrio tra artigianalità secolare e modernità pittorica.
I Pigmenti della Tavolozza di Klimt
Klimt partiva da un fondo uniforme di biacca, lavorato spesso in velature che ne attenuavano il calore per lasciar risaltare i materiali metallici e i colori puri. Su questa base – stesa con pennellate leggere o spatolate in rilievo – applicava strati successivi di foglia d’oro, impasti di pigmenti e velature colorate, affidandosi a leganti come colla d’ossa e olio di noce per ottenere lucentezza e durevolezza. Le analisi XRF e SEM‑EDS effettuate su capolavori quali Il Bacio, Adele Bloch‑Bauer I e L’Albero della Vita confermano l’uso costante dei pigmenti che vedremo.
Foglia d’Oro
COLORE: Oro Puro
ORIGINE: Oro Viennese 24 Carati
Klimt scelse la foglia d’oro come cifra distintiva di quasi tutte le sue opere tra il 1901 e il 1909. Non l’applicava mai una volta sola, ma ripeteva il gesto di distendere la lacca e posare la lamina d’oro decine di volte, creando un effetto di riverbero che mutava con il passare delle ore. Nei dipinti principali (Il Bacio, Adele Bloch‑Bauer I, Giuditta II) la foglia d’oro avvolge superfici immense, dialogando sempre con i colori sottostanti. Analisi XRF e radiografiche mostrano come l’oro sia presente non solo nei grandi campi, ma anche nei più piccoli dettagli ornamentali, a testimonianza dell’abitudine metodica di Klimt di farne il fulcro della sua arte.
Biacca
COLORE: Bianco Caldo
ORIGINE: Europa
La biacca non era solo un fondo o un sottofondo, ma il bianco di fiducia di Klimt, utilizzato per scolpire i rilievi dei panneggi in più tele. In La Giuditta II, Ritratto di Fritza Riedler e in numerosi disegni preparatori, la biacca compare in strati spessi che variano da 50 a oltre 200 µm, stratificati con costanza per creare luci nette e durature. Ogni volta che serviva un chiarore deciso, Klimt ricorreva a questo pigmento, confermando la sua predilezione per il bianco di piombo-
Giallo Napoli
COLORE: Giallo Intenso
ORIGINE: Italia
Klimt scelse il Giallo di Napoli come suo giallo di riferimento nei decori a mosaico e nei motivi geometrici fin dai primi anni del Novecento. Presente in modo costante sotto le figure e negli sfondi dorati, questo pigmento sintetico a base di ossidi di piombo e antimonio garantiva una brillantezza opaca e una buona adesione alle superfici preparate. Le analisi XRF su Adele Bloch‑Bauer I, Il Bacio e numerosi frammenti murali del Fregio Beethoven hanno rilevato concentrazioni di antimonio variabili tra il 5 e il 15 %, a testimonianza di un uso assiduo e mirato. Klimt applicava il Giallo di Napoli in impasti medi, spesso stesi su un sottile strato di biacca, per creare un supporto visivo perfetto al successivo posizionamento della foglia d’oro e per armonizzare i toni caldi della composizione.
Malachite
COLORE: Verde Smeraldo
ORIGINE: Caucaso
Pur non utilizzata in grandi quantità come l’oro o la biacca, la malachite ricompare con regolarità nei motivi a foglia e nei vortici vegetali di L’Albero della Vita, Il Fregio Beethoven e in altri cicli murali. Klimt apprezzava la sua texture granulare e il verde saturo che sembrava vivo: lo miscelava sempre nello stesso modo, con olio di noce, per ottenere superfici omogenee e durature, dando prova di una scelta ponderata e duratura nel tempo.
Blu Oltremare
COLORE: Blu Profondo
ORIGINE: Afghanistan
Il blu oltremare compare meno frequentemente, ma con un’efficacia tale da farlo diventare un marchio riconoscibile. Klimt lo riservava a pochi dettagli – i veli, i cieli stilizzati, i bordi delle composizioni – ma ogni volta ne faceva un uso meticoloso, sospendendo la luce in uno spazio pittorico che si apre sull’infinito. Analisi al microscopio mostrano grani di lapislazzuli in Le Tre Età della Donna e Giuditta II, confermando la sua predilezione per la qualità più che per la quantità.
Cinabro
COLORE: Rosso Vermiglio
ORIGINE: Spagna, Italia
Il vermiglione è il più “drammatico” dei pigmenti preferiti da Klimt: utilizzato in ogni dipinto per i dettagli più caldi - fiori, gioielli, particolari anatomici - ricompare in modo sistematico in Adele Bloch‑Bauer I, Il Bacio e Giuditta II. Stratificato su giallo di stagno, il rosso vermiglione crea contrasti netti con l’oro e il bianco, diventando letteralmente il punto di fuoco della composizione.
I Capolavori di Klimt Attraverso i Suoi Pigmenti
Le grandi opere di Gustav Klimt non vanno lette soltanto per i soggetti o i decori, ma come composizioni in cui ogni pigmento svolge un ruolo narrativo preciso. In questo capitolo ci immergeremo nelle quattro tele più emblematiche per capire come Klimt impiegasse con costanza e consapevolezza i suoi sei materiali prediletti: foglia d’oro, biacca, Giallo di Napoli, malachite, ultramarino e vermiglione. Osserveremo come il loro impiego ricorra in modo strutturale e rituale, tessendo motivi dorati, rilievi scolpiti, vortici vegetali e tocchi drammatici che insieme danno vita a un linguaggio che è al tempo stesso decorativo, simbolico e profondamente materico.
Il Bacio (1907-1908)
Österreichische Galerie Belvedere, Vienna
In Il Bacio, ogni centimetro della tela è percorso da un uso sistematico dei pigmenti preferiti da Klimt. La vasta superficie di foglia d’oro, applicata con gesto ripetuto e fedele, crea uno sfondo luminoso in dialogo costante con le campiture di Giallo di Napoli nei motivi geometrici dei mantelli. La malachite, stesa in vortici vegetali, aggiunge un tocco di verde vivo che ritaglia il paesaggio dorato, mentre l’ultramarino punteggia i bordi dei panneggi come un richiamo all’infinito. Il vermiglione, dosato con precisione, anima i piccoli fiori e i dettagli dei gioielli, diventando il segno rosso che scandisce il ritmo emotivo. Sotto ogni foglia d’oro, un sottile strato di biacca garantisce riverbero e profondità, confermando il ritorno costante di Klimt a questo pigmento come base luminosa .
Adele Bloch‑Bauer I (1907)
Neue Galerie, New York
Nel sontuoso ritratto di Adele Bloch‑Bauer, Klimt riafferma la ritualità dell’oro, ma dietro quei campi metallici si cela una tavolozza ripetuta in ogni particolare. La biacca modella i volumi del volto e dei panneggi, spesso stratificata in spessori variabili, mentre il Giallo Napoli fissa i ricami geometrici del vestito. La malachite ricorre in trasparenze vegetali, quasi a incorniciare il soggetto, e l’ultramarino segnala i contorni dei capelli con discreta eleganza. Il vermiglione, impiegato per isolare i fiori rossi e i dettagli ornamentali, testimonia l’abitudine di Klimt di usare questo rosso come contrasto drammatico in contesti dorati .
Il Fregio Beethoven (1902)
Secessione Viennese, Vienna
Nel monumentale fregio per il Palazzo della Secessione, Klimt estende la sua tavolozza prediletta su un’altezza di oltre due metri. La foglia d’oro ricopre interamente le figure e i decori, intervallata da fasce di Giallo di Napoli che scandiscono il ritmo compositivo. Ampie campiture di malachite si alternano a tocchi di ultramarino nei motivi floreali, mentre il vermiglione compare nei dettagli più simbolici. La biacca, infine, fa da collante luminosa tra elementi dorati e colorati, confermando ancora una volta la fiducia di Klimt in questo pigmento come base costante per l’intera narrazione pittorica.
Le Tre Età Della Donna (1905)
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
In Le tre età della donna, Klimt ripete il suo impianto cromatico con coerenza: la foglia d’oro, applicata in ampi campi e poi incisa da motivi di Giallo, percorre l’abito della giovane età; la malachite e l’ultramarino si alternano nei dettagli vegetali del ciclo vitale, dosati con parsimonia ma ricorrenti; la biacca modula i chiaroscuri dei volti, mentre il vermiglione definisce i punti focali drammatici come il rossore delle guance. Questo dipinto dimostra come Klimt tornasse sempre a questi sei materiali, contando sulla loro stabilità e sull’effetto simbolico che essi garantivano.
Usare i Colori del Maestro Klimt Oggi
Ripercorrere i pigmenti preferiti di Gustav Klimt ci mostra un artista fedele a una tavolozza rituale e coerente, capace di modellare forme e simboli attraverso materiali scelti e rielaborati con sapienza. La foglia d’oro non è mai un elemento isolato, ma sempre integrato con biacca, Giallo di Napoli, malachite, ultramarino e vermiglione, creando un linguaggio in cui ogni tinta ricorre costantemente per veicolare significato. Nel contesto contemporaneo, riscoprire questi pigmenti significa non solo omaggiare un maestro della decorazione pittorica, ma apprezzare la qualità e la durata di materiali che ancora oggi offrono possibilità espressive uniche.
Sorgenti e Approfondimenti: tandfonline.com – artsandculture.google.com – artmejo.com – masterapollon.com