Caspar David Friedrich (1774–1840) scolpì l’anima del paesaggio romantico con una tavolozza sorprendentemente omogenea, basata su pigmenti di provata affidabilità che tornano sistematicamente in decine di sue opere. Dagli innevati sentieri di Paesaggio invernale alle scogliere nebbiose di Rügen, la biacca funge da specchio luminoso, il blu di Prussia tinge i cieli e le acque di un azzurro profondo, lo smalto blu crea suggestivi riverberi violacei, la terra rossa e la terra d’ombra cruda gettano basi calde e terrose, mentre il nero d’ossa definisce contorni morbidi ma incisivi. Indagini XRF e spettroscopie Raman eseguite su capolavori conservati in musei europei hanno confermato l’uso assiduo e codificato di questi pigmenti coloranti, applicati con impasti calibrati e stratificazioni sottili per evocare atmosfere cariche di silenzio e spiritualità. Comprendere questi materiali significa penetrare nel metodo pittorico di Friedrich, dove ogni colore è scelto per durare nel tempo e per intensificare l’esperienza emotiva dello spettatore.
I Pigmenti della Tavolozza di Caspar
Caspar David Friedrich affrontava ogni tela come un piccolo osservatorio degli elementi naturali, e la sua preparazione cromatica rifletteva questa visione: riusciva a dosare luci e ombre con la precisione di un architetto del cielo. Per Pittegiorni Invernali, Marine Tempestose e Vedute Crepuscolari ricorreva a miscele sottili che evocavano l’umidità dell’aria e il freddo pungente, costruendo lo spazio paesaggistico in strati successivi. Le sue velature rarefatte, stese su basi rinforzate da bianchi riflettenti, permettevano di scandire il chiaroscuro senza rinunciare a una sensazione di trasparenza; i contrasti, sempre calibrati, nascevano da passaggi cromatici appena percettibili. In questo capitolo scopriremo come Friedrich affidasse a un blocco ristretto di materiali – applicati con mano costante e maestra – la capacità di far vibrare le atmosfere e di rendere palpabile il respiro stesso della natura.
Ocra Gialla
COLORE: Giallo Caldo
ORIGINE: Tutti i Continenti
Friedrich impiegava l’ocra gialla per infondere calore e doratura nei suoi tramonti e nelle superfici illuminate dal crepuscolo. In Paesaggio invernale e in Veduta di Dresda al crepuscolo, l’ocra è presente sia nelle velature che nelle pennellate più decise: sfumature leggere lungo i cornicioni dei tetti, tocchi di luce sui rami spogli e riflessi dorati sui campi imbiancati dalla brina. Analisi Raman hanno confermato l’uso di una goethite di elevata purezza, miscelata con biacca in proporzioni variabili (dal 5% al 30%) a seconda dell’intensità luminosa desiderata. Spesso posata come ultimo strato, l’ocra gialla permetteva a Friedrich di armonizzare i contrasti tra le tonalità fredde del cielo e i caldi riverberi del primo piano, garantendo una transizione cromatica morbida e avvolgente.
Rosso Veneto
COLORE: Rosso Arancio
ORIGINE: Italia
La terra rossa costituiva per Friedrich il punto di partenza emotivo: la usava per impostare i primi strati, imprimendo nei sottofondi un calore che emergeva in nitide zone di luce. Nelle vallate di Donna alla finestra, la si intravede nei muri in lontananza, filtrata da velature di biacca, mentre nel Campo di battaglia di Waterloo – una delle sue rare scene storiche – i toni rossastri dominano i fianchi delle colline e i cumuli di detriti. Un’analisi XRF su campioni prelevati dalle parti scavate ha mostrato elevate quantità di ferro, indicanti una miscela quasi pura di ocra rossa. Friedrich, tuttavia, non si fermava alla semplice stesura: miscelava la terra rossa con un poco di nero d’ossa nelle ombre e con biacca nelle luci, ottenendo un’intera gamma di marroni che rendevano la scena tanto credibile quanto drammatica.
Blu di Prussia
COLORE: Blu Intenso
ORIGINE: Germania
Per Friedrich, il blu di Prussia fu l’elemento essenziale per tradurre la vastità dei cieli e la profondità delle acque. In Scogliere di Rügen il pigmento è steso in campiture compatte, spesso miscelato con un tocco di biacca per attenuare i neri degli scogli, mentre in Crepuscolo sul mare lo stesso blu puro forma delicate velature in transizione verso il viola, dando l’idea di un orizzonte che si allontana. L’artista ricorreva a stratificazioni: una prima lavatura di blu di Prussia veniva lasciata asciugare, quindi veniva ripassata con pennellate più secche in creste di onde o nei profili degli alberi, ottenendo un contrasto tra fondo omogeneo e dettagli graffiati. La presenza costante di ferro e di ferro-cianuri nelle analisi conferma la sua fedeltà a questo pigmento in oltre cinquanta dipinti, dosato sempre con la stessa misura per garantire l’immersione dello spettatore nell’elemento naturale.
Blu Cobalto
COLORE: Blu Violaceo
ORIGINE: Europa
Quando il blu di Prussia non bastava a ottenere le gamme più rarefatte del crepuscolo, Friedrich si voltava verso il blu di cobalto, che chiamava “smalto” per la sua trasparenza di vetro. In Notte lunare questo pigmento compare come velature sottili sopra strati di biacca, creando riflessi lividi sul mare calmo, mentre in Montagna mistica rivela i rilievi lontani con un tono meno saturo ma più luminoso di qualsiasi terra blu naturale. Analisi spettroscopiche hanno individuato polveri di cobalto in zone di cielo e ombre rocciose, dimostrando una sequenza di sovrapposizioni tecniche: biacca base, lavatura di blu di Prussia e finitura con blu di cobalto per smorzare i transizioni e aumentare la sensazione di profondità. Il risultato è un effetto sospeso, in cui l’aria sembra effettivamente vibrare di luce fredda.
Biacca
COLORE: Bianco Corposo
ORIGINE: Europa
Nei paesaggi di Friedrich la biacca non è mai mero “fondo”, ma la materia viva che dà corpo alla neve fresca, alla schiuma delle onde e ai chiaroscuri dei tronchi spogli. Spesso applicata a spatolate morbide per modellare i rilievi degli alberi, la biacca compare in strati che variano da pochi micron a spessori marcati negli elementi di primo piano, come nei pendii coperti di neve di Paesaggio invernale o sui massi lucidi di Il mare di ghiaccio. Friedrich sfruttava la sua lucentezza naturale non solo per riflettere la luce solare, ma per fissare il riverbero crepuscolare: alternava velature sottili di biacca miscelate a un po’ di ocra gialla nei cieli mattutini e impasti più densi, puro, nelle cortine di nebbia che ascendevano dal terreno bagnato. In alcuni angoli della tela, microscopi e XRF hanno evidenziato picchi di piombo corrispondenti a biacca non diluita, segno che Friedrich rallentava la pennellata proprio lì, per trattenere la luce più a lungo.
Nero d’Ossa
COLORE: Nero Caldo
ORIGINE: Europa
Nei contorni dei tronchi nodosi, nelle sagome delle figure solitarie e negli angoli scuri di Il mare di ghiaccio, il nero d’ossa è il tratto distintivo di Friedrich per isolare con delicatezza le forme. Diversamente dal carbone, questo pigmento conferisce un nero meno aggressivo, ideale per le sfumature dei rami contorti o delle ruote arrugginite di un carro abbandonato. Le ricerche al microscopio mostrano come Friedrich lo applicasse con pennellate sottili e direzionali, spesso miscelato con un minimo di biacca per ottenere toni di grigio caldo, indispensabili per dare respiro e profondità all’insieme cromatico.
I Capolavori di Caspar Attraverso i Suoi Pigmenti
Le vedute romantiche di Caspar David Friedrich non sono semplici rappresentazioni della natura, ma momenti di intensa contemplazione dove la scelta dei pigmenti diventa parte integrante della narrazione. In queste opere, i materiali abituali – la biacca, il blu di Prussia, il blu di cobalto, la terra rossa, l’ocra gialla e il nero d’ossa – ritornano con coerenza, scandendo la luce dell’alba e il chiarore lunare, il gelo dei paesaggi invernali e le nebbie marine. Grazie alle analisi non invasive condotte su decine di tele, sappiamo che Friedrich stratificava sapientemente questi colori per modulare la profondità atmosferica e il senso di solitudine, trasformando ogni cielo e ogni orizzonte in espressione toccante dello spirito umano.
Paesaggio Invernale (1812)
Neue Pinakothek, Monaco
In Paesaggio invernale, la neve scintilla grazie alla biacca applicata in impasti sottili e poi sfumata con velature di ocra gialla nei punti di luce più caldi. Il chiarore quasi accecante del terreno ghiacciato contrasta con le ombre violacee create dal blu di cobalto, steso con mano leggera sopra una base di blu di Prussia ormai secca, per rendere la sensazione di aria gelida che avvolge la scena. I tronchi spogli, appena accennati nel controluce, emergono grazie a sottili passaggi di nero d’ossa miscelato a un filo di terra rossa, mentre le tonalità più cupe dietro le dune innevate riflettono lunghe sovrapposizioni di terra rossa mescolata a ocra gialla, a evocare i bagliori dell’alba che fatica a farsi strada.
Monaco al Mare (1810)
Städel Museum, Francoforte
Nella piccola ma struggente scena di Monaco al mare, l’orizzonte si perde in un suggestivo abbraccio tra cielo e acqua. Il blu di Prussia definisce la massa compatta dell’oceano, mentre sul pelo dell’acqua Friedrich stende leggere pennellate di blu di cobalto che catturano l’ultima luce del tramonto. La linea di costa, segnata da scogli emergenti, viene tratteggiata con nero d’ossa, che ne esalta la forma senza appiattirla nella stesura. L’ocra gialla, a tratti, scalda i frammenti di cielo più bassi, smorzando le ombre marine e richiamando un senso di pace raccolta.
Scogliere di Rügen (1819)
Alte Nationalgalerie, Berlino
Le possenti balze calcaree di Rügen emergono da un’atmosfera vaporosa costruita su lavature di blu di Prussia miscelate a tocchi di ocra gialla, che ne rendono le superfici più chiare e vicine alla luce. Dietro, il cielo è un tappeto di smalto blu impiegato in sovrapposizione a velature di biacca, in modo da suggerire nuvole alte e rarefatte. La costa rocciosa rivela filamenti di terra rossa, specialmente nelle crepe e nelle fessure, dove il colore caldo si fa segno di materia antica e resistente. I pochi alberi che spuntano sui dirupi, silhouette sottili, sono disegnati con nero d’ossa, sufficiente a farli percepire vivi senza distogliere lo sguardo dal paesaggio grandioso.
L’Abbazia Nel Querceto (1519–1534)
Schloss Charlottenburg, Berlino
In questa visione crepuscolare un’antica abbazia emerge tra le fronde secche di querce spogliate. La biacca, usata in velature leggere sul muro di pietra, lascia trasparire la terra rossa sottostante, producendo un effetto di pietra antica consumata dal tempo. Il sottobosco è reso con sovrapposizioni di terra rossa e ocra gialla, che modulano l’ombra e suggeriscono il terreno umido. Il cielo, incombente e carico di minaccia, si basa su ampie campiture di blu di Prussia, ammorbidite in alto da strati di blu di cobalto; il confine tra nuvole e notte è un alone di nero d’ossa, che evoca il silenzio rotto solo dal sussurro del vento tra i rami.
Usare i Colori del Maestro Caspar Oggi
Costruendo i suoi paesaggi con una gamma ristretta ma ricca di sfumature, Caspar David Friedrich dimostrò come pochi pigmenti – biacca, blu di Prussia, blu di cobalto, terra rossa, ocra gialla e nero d’ossa – possano rappresentare l’immensità del cielo, il respiro del mare e la solitudine dell’anima umana. Le sue stratificazioni calibrate, verificate oggi da analisi scientifiche, non miravano a decorare, ma a evocare: permettevano di penetrare il silenzio dei boschi, il gelo dei campi innevati e il mistero delle rovine, lasciando allo spettatore una memoria cromatica indelebile. Riscoprire questi pigmenti significa rendere omaggio a un maestro che seppe fare di ogni colore una parola del suo imperituro linguaggio romantico.
Sorgenti e Approfondimenti: analyticalsciencejournals.com – nationalgallery.org.uk – eclecticlight.co – drawpaintacademy.com –