Milano non è solo grigio d’acciaio e vetrate scintillanti: la sua storia cromatica affonda nelle terre e nelle pietre del territorio lombardo. Dalle argille rosse dei Navigli, impiegate per i mattoni e i canali, alle sabbie calcaree della Martesana, fino alle polveri minerali dei rilievi morenici, ogni materia prima ha contribuito a dare forma e tinta alla città. Qui, l’artigianato storico della bottega edile si è intrecciato con il fermento industriale, portando a una tavolozza di rossi terrosi, ocra mattone, beige calcarei e bianchi di calce che ancora si riconoscono sotto gli strati di moderni rivestimenti.
Milano ha sperimentato intonaci pigmentati fin dal Medioevo, ma è durante il Rinascimento che le facciate dei palazzi s’illuminano di terre naturali, usate anche per proteggere i muri dall’umidità dei canali. Nei secoli successivi, l’avvento dell’industria non ha cancellato questa tradizione: al contrario, l’ha resa più complessa, incorporando nuovi leganti e perfezionando le miscele con polveri locali.
Breve Storia di Milano
Milano muove i primi passi come accampamento celtico sulle sponde del Lambro e del Seveso, poi diventa Mediolanum sotto i Romani, con strade lastricate e mura di cotto. Nel Medioevo, la città assume un aspetto più compatto: le chiese romaniche e gotiche sorgono in laterizio locale, e i Navigli vengono ampliati per convogliare le acque dei fiumi verso i canali interni, facilitando il trasporto dei mattoni e delle terre.
Con i Visconti e gli Sforza, il Rinascimento trasforma Milano in corte raffinata: mattoni rossi dei Navigli affiancano intonaci ocra e terre di Sesto Fiorentino sui palazzi di strada e i chiostri delle monacazioni; gli affreschi nei cortili usano biacca di calce mescolata a pigmenti naturali.
L’arrivo dell’industria ottocentesca porta nuove esigenze: le fabbriche costruiscono muri in mattoni pieni e in cemento, ma il centro storico mantiene intatti i suoi colori tradizionali. Nel Novecento, la modernità si inserisce tra le facciate storiche, e i restauri tornano a usare le stesse terre locali di un tempo, per restituire alle superfici il calore e la coerenza cromatica che hanno sempre caratterizzato Milano.
Le Terre Naturali di Milano
Milano ha sempre attinto alle risorse del proprio territorio per offrire ai muri del centro e delle cascine una tavolozza coerente con il paesaggio padano. Le argille ferruginose delle rive dei Navigli, le sabbie calcaree della Martesana e persino le polveri di gesso delle cave di Viggiù si sono trasformate in pigmenti naturali, miscelati con calce viva o grassello di calce per intonaci protettivi e decorazioni. Ecco i principali:
Ocra Rossa Milanese
Estratta in minuscole cave lungo i Navigli – in particolare nel tratto tra Romolo e Boffalora – questa argilla rossa presenta un’intensa carica di ossidi di ferro. Dopo la raccolta, veniva lasciata essiccare al sole, poi macinata e setacciata. In bottega, l’ocra rossa milanese veniva mescolata con calce spenta per intonaci dal colore mattone, usati nelle facciate esterne delle cascine e nelle decorazioni dei portici cittadini.
Ocra Gialla Milanese
Le sabbie giallastre provenivano dai depositi alluvionali del Canale della Martesana, tra Cassina de’ Pecchi e Gorgonzola. Queste terre, ricche di limonite, venivano lavate in fontanili, decantate e polverizzate. L’ocra gialla della Martesana, temperata con calce, dava vita a intonaci dal tono caldo e dorato, molto apprezzati nei cortili signorili e nei chiostri monastici.
Terra Bruna dei Fontanili
Nei fontanili della cintura nord, le sabbie miste a humus fornivano un pigmento bruno-grigiastro. Utilizzata in piccole percentuali negli intonaci, aggiungeva profondità e matericità alle superfici delle parti basse degli edifici, aiutando a mascherare macchie d’umidità e fango.
Biacca di Calce Viva
Prodotta da calciarie locali, come quelle di Viggiù e Castiglione Olona, la calce, spenta e setacciata, costituiva la base bianca per stucchi, graffiti e cornici architettoniche. Un bianco opaco, leggermente cremoso, che si armonizzava con i toni caldi delle ocre e dei laterizi.
Gesso e Polvere di Marmo
Dalle cave di gesso della Brianza e dalle lavorazioni di marmi lombardi si otteneva una polvere finissima, impiegata nelle stesure interne come base chiara e riflettente, oppure miscelata con terre per velature delicate.
Architettura e Materiali Tipici di Milano
A Milano, i materiali con cui si costruisce raccontano da soli la storia urbana: mattoni rossi, calce viva e pietre chiare estratte dalle cave lombarde tracciano un’identità cromatica coerente, resistente all’umidità padana e agli agenti atmosferici.
Il laterizio milanese, ricavato dalle argille ferruginose dei Navigli, è il protagonista indiscusso delle facciate, delle corti e dei portici. Cotto in forni a legna fino al rosso intenso, il mattone viene spesso lasciato “a vista”: la sua trama regolare e la lieve variazione di tono tra un mattone e l’altro creano superfici calde e vibranti, in cui si sente ancora l’impronta della stagionatura e della cottura artigianale.
La calce viva, prodotta dalle calciarie di Viggiù e Castiglione Olona, è l’altro grande elemento costitutivo. Spenta e setacciata insieme a polvere di marmo o gesso, diventa grassello di calce, usato per stucchi, cornici e intonaci. Nei palazzi storici del centro si riconosce facilmente la sua mano: stesure tinteggiate con ocre locali o lasciate in bianco cremoso, capaci di proteggere il mattone sottostante e di respirare.
Nei basamenti e nei piani bassi, la pietra naturale – calcari e arenarie estratti nella Martesana e in Brianza – fornisce solidità e un contrasto cromatico netto con il rosso dei mattoni. Le pietre chiare, spesso lavorate a bugnato, sostengono portali e colonne, mentre le parti interne delle corti utilizzano cotto e lastre di pietra levigata per pavimentazioni robuste e dal colore caldo.
Infine, i coppi e il cotto da copertura, ottenuti dalle stesse argille locali, tingono di rosso mattone i tetti milanesi, aggiungendo un’ultima sfumatura alla tavolozza cittadina. Anche qui, la manualità si vede nei bordi irregolari e nella variazione di tonalità tra un coppo e l’altro.
Custodire l’Anima Cromatica di Milano
Milano dimostra ogni giorno che la vera forza di un colore sta nella sua origine: nelle argille dei Navigli, nelle sabbie alluvionali, nella calce delle cave prealpine. Il rosso dei mattoni, il bianco caldo degli stucchi e il chiaro delle pietre non sono mai decorazioni superflue, ma la traduzione diretta del rapporto tra la città e il suo territorio.
Chi lavora con questi materiali – restauratori, muratori, artigiani della finitura – sa che non basta stendere un colore: bisogna capire la materia, dosare le terre, gestire la calce e rispettare i tempi di asciugatura. Solo così gli intonaci restano traspiranti, i mattoni non si sfaldano e le facciate mantengono per decenni quell’aspetto vivo e naturale che contraddistingue Milano.
In un’epoca di rivestimenti sintetici e vernici standard, riscoprire la praticità di un intonaco fatto in bottega con ocre locali e grassello di calce significa non solo proteggere i muri, ma anche continuare una tradizione che ha fatto della semplicità del materiale la sua più grande ricchezza.