I Colori di Bologna

Pigmenti e Materiali Caratteristici Della Città

Bologna è una città che si legge nei mattoni. Le sue facciate non nascondono nulla: mostrano le cotture delle argille locali, le stratificazioni del tempo, le riprese di intonaco che raccontano secoli di aggiunte, restauri, adattamenti. Il colore dominante è un rosso caldo, declinato in infinite sfumature: dal rosato chiaro delle superfici più esposte al sole, al bruno profondo delle zone umide e più antiche.

Qui il colore non è mai decorazione gratuita. Nasce dalla materia, dalla terra stessa del territorio bolognese. Gli artigiani di ieri lo sapevano bene: scavavano l’argilla, la lasciavano stagionare, poi la cuocevano nei forni a legna per ottenere laterizi solidi e stabili. Quando servivano pigmenti, si rivolgeva lo sguardo alle colline circostanti, raccogliendo terre ferruginose, ossidi, sabbie ricche di minerali.

Quello che rende Bologna unica è proprio questa coerenza tra paesaggio, architettura e colore. Ogni portico, torre o cortile è parte di una palette coerente, radicata nella geologia locale. Raccontare il colore di Bologna, quindi, significa raccontare il lavoro di mani esperte, il sapere tramandato, e la capacità di trasformare una materia povera in bellezza durevole.

Breve Storia di Bologna

Le origini di Bologna risalgono all’VIII secolo a.C., quando i primi insediamenti etruschi si posero lungo le alture che circondano la pianura padana. Con l’arrivo dei Romani, Bononia divenne nodo strategico sulla via Emilia: furono costruite terme, teatri e infrastrutture in laterizio, sfruttando l’abbondanza di argille ferruginose del territorio.

Nel Medioevo, la città si trasformò in un cantiere continuo. Le famiglie mercantili edificarono torri di mattoni crudi, affiancate da portici che proteggevano le botteghe e le piazze dai rigori del clima. È in questo periodo che si consolidò la tecnica del mattone “a vista”: blocchi di laterizio, cotti nei forni di pianura, venivano messi in opera senza intonaco, offrendo una superficie uniforme e un colore rosso caldo, capace di assorbire e restituire il calore solare.

Con la fondazione dell’Università nel 1088, arrivarono studenti, artisti e artigiani, portando ricchezza e nuovi impulsi costruttivi. Nel Rinascimento, le facciate si aprirono a logge e bifore, ma sempre in mattone; sotto il dominio papale, tra Seicento e Settecento, si consolidarono palazzi monumentali con bugnati e stucchi bianchi, contrastati dal rosso del laterizio.

Nel corso dell’Ottocento, il boom demografico e le nuove esigenze urbane portarono a un’espansione controllata: nuovi viali e quartieri popolari vennero costruiti in mattoni e intonaci pigmentati con terre locali, mantenendo però il segno cromatico della tradizione.

Palazzo dell'Università degli Studi di Bologna

Palazzo dell’Università degli Studi di Bologna

Le Terre Naturali di Bologna

Bologna attinge al suo territorio per i colori delle facciate e delle decorazioni, utilizzando argille e minerali ricchi di ossidi che vengono macinati, setacciati e impastati con leganti naturali. Questi pigmenti naturali – terre gialle, rosse, brune e grigie – costituiscono la base cromatica di Bologna, modulata poi dal gioco tra mattone a vista e stucchi bianchi, e mantenuta viva da restauri che riprendono le stesse miscele originali:

Ocra Gialla Bolognese
Le argille gialle provengono dalle colline tra Monzuno e Marzabotto, dove la limonite conferisce alla polvere una tonalità calda, paglierina. Questa ocra veniva lavata, essiccata al sole e mescolata con calce spenta per intonaci che riflettevano la luce in modo morbido, utilizzati tanto nelle facciate dei palazzi rinascimentali quanto nei cortili delle case popolari.

Ocra Rossa Bolognese
Estratta nei depositi argillosi intorno a Zola Predosa, quest’ocra presenta un rosso mattone vivo, reso stabile dall’elevata concentrazione di ematite. Dopo una leggera cottura, la terra veniva impastata con sabbia fine e caseina, creando stucchi e fregi di grande impatto, spesso impiegati per marcapiani e decorazioni a contrasto lungo i portici.

Terra Bruna Bolognese
Le argille scure del versante sud-est dell’Appennino, tra Sasso Marconi e Monte Adone, offrono un pigmento bruno-grigiastro, perfetto per accenti e sfondi decorativi. Mescolata con calce e un pizzico di sabbia, questa terra veniva usata in piccole dosi per dare profondità alle modanature e ai bassorilievi delle facciate barocche.

Terra Grigia del Reno
Le sabbie e i depositi di origine fluviale lungo il corso del Reno, nel tratto tra Casalecchio e Borgo Panigale, forniscono un pigmento grigio tenue, dal carattere neutro. Aggiunta alla calce per mani di finitura, regala superfici omogenee e discrete, ideali per pareti interne e cortili, dove un bianco puro sarebbe risultato troppo abbagliante.

Le Facciate Colorate di via Galliera - Bologna

Le Facciate Colorate di via Galliera – Bologna

Architettura e Materiali Tipici di Bologna

A Bologna, il colore urbano si costruisce con materiali semplici, robusti e locali. Non serve vernice: sono i laterizi, i cotto, gli stucchi e le malte a offrire l’armonia cromatica che contraddistingue la città.

Laterizi e Mattoni Crudi
Da San Lazzaro a Budrio, l’argilla ferruginosa si cuoce nei forni tradizionali per produrre mattoni di diverse misure e formati. Il loro rosso caldo, dal mattone al bruno-arancio, è il “colore di fondo” di Bologna. Utilizzati a vista in facciate, torri e portali, i laterizi mantengono intatta la loro tinta pur assorbendo le piogge e il passare degli anni, offrendo superfici omogenee e materiche.

Cotto e Coppi
Nei cortili interni e nelle volte delle logge, il cotto locale – cotto a legna e non smaltato – mostra una trama irregolare di tonalità rosse e ocra. Anche i coppi dei tetti sono in cotto, intonacati solo dove necessario, per conservare la naturalezza del materiale e garantire ventilazione al sottotetto.

Stucchi e Decorazioni Bianche
La calce spenta, setacciata e unita a polvere di marmo bianco, dà vita a stucchi opachi. Applicati a spatola, definiscono cornici, capitelli, fregi e modanature sui fronti dei palazzi monumentali. Il bianco dei decori contrasta con il rosso dei mattoni, mettendo in risalto motivi geometrici e floreali con chiarezza e leggerezza.

Intonaci a Calce
Nei palazzi neoclassici e nei restauri ottocenteschi, si usano malte di calce mescolate a terre locali per intonaci colorati. Queste superfici, declinate in bianco sporco, sabbia chiara o giallo tenue, si armonizzano con i laterizi a vista, garantendo traspirabilità e resistenza all’umidità.

Piastrelle di Cotto Mmaltato
Soprattutto negli ingressi signorili e nelle scalinate interne, troviamo piastrelle in cotto smaltato, importate o prodotte in botteghe locali. Le superfici lucide, nei toni del verde, del blu o del giallo, evidenziano i percorsi e aggiungono un tocco di decoro colorato in contesti altrimenti dominati dal rosso e dal bianco.

Piazza Maggiore - Bologna

Piazza Maggiore – Bologna

Custodire l’Anima Cromatica di Bologna

Attraverso i secoli, Bologna ha scelto di raccontarsi con l’argilla e il fuoco del forno. Il rosso dei laterizi, declinato in ogni tonalità possibile, non è una moda passeggera, ma la firma di una città che conosce la propria terra e la lavora con cura. Le terre gialle, rosse, brune e grigie esplorate nei pigmenti raccontano le colline e i fiumi che circondano la città, mentre il bianco degli stucchi mette in risalto la sapienza dei decori.

Unire la materia locale – argille ferruginose, calci, sabbie fluviali – ai gesti degli artigiani che impastano, stendono e levigano significa mantenere viva una tradizione che è anche un modo concreto di costruire. Bologna dimostra che non servono vernici standard o rivestimenti costosi: basta il rispetto delle materie prime, un forno ben acceso e mani esperte.

Chi oggi interviene in centro storico, chi disegna un nuovo edificio o chi semplicemente ridipinge una facciata, trova nelle stesse terre di sempre la risposta più autentica. È un invito a guardare sotto la superficie delle vernici industriali, per riscoprire la bellezza di materiali che resistono al tempo e raccontano storie antiche. In questo, il mattone rimane la tavolozza più sincera di Bologna.