L’Antica Grecia è conosciuta in ogni angolo del mondo come una civiltà ricca di cultura e sapere. Questo popolo ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della comunità civile, raggiungendo livelli massimi nell’organizzazione sociale, nella scrittura e nella filosofia lasciandoci opere che sono materia di studio e riflessione da millenni. Anche l’arte greca gode di fama mondiale anche se è stata oggetto di critiche specialmente negli ultimi secoli per quanto riguarda la scarsità di colori utilizzati. E’ vero che nell’arte greca la scelta del colore somiglia più a quella dell’uomo preistorico piuttosto che quella del mondo Egizio, quindi dove c’è un forte prevalenza dei gialli e dei rossi contro uno scarso utilizzo del verde e del blu.
Filosofia e Colore

La Ferita di Enea (45 d.C)
Sappiamo dell’importanza della Filosofia nel mondo Greco ed è stato inevitabile che questi due mondi si incontrassero ad un certo punto; infatti la filosofia greca si è più volte interessata al colore e ne abbiamo numerose testimonianze.
La prima menzione celebre è quella di Empedocle, che associava la nascita dei colori ai quattro elementi, sostenendo in particolare che dal fuoco originasse il bianco, e dall’acqua il nero. Anche sulla percezione del colore, che come vedremo più avanti è un tema ancora attualissimo, Empedocle esprime una sua particolare teoria. Spiega come secondo lui i colori emettano effluvi che vengono diffusi nell’aria sotto forma di quattro elementi: particelle di acqua, di fuoco, di terra e di aria e l’occhio umano è in grado di percepire solo le prime due mentre non ha la giusta porosità per percepire quelli di terra e di aria.
Anche il celebre Platone tratta l’argomento dei colori seguendo una linea molto simile a quella di Empedocle e dunque riconoscendo che il colore è una vera è propria emanazione fisica ma Platone aggiunge altri due colori alla percezione dell’occhio invece dei soli due di Empedocle creando cosi uno schema a quattro colori che rimarrà paradigmatico nella cultura del colore greca.
Di tutt’altra idea era invece Democrito (che sarà seguito anche da Galeno che sosterrà teorie molto simili) invece il colore non è fisico e oggettivo ma frutto dell’effetto della loro superficie che vanno a colpire direttamente quella dell’occhio permettendone la percezione. La visione è sempre materiale, ma ci si avvicina sempre di più all’idea che il colore sia una qualità secondaria, come Galileo e Locke sosterranno verso la fine del 1500.
Aristotele parla spesso ed in maniera complessa del colore ed è molto difficile da comprendere se non si hanno le basi della filosofia greca del colore che filosofi come quelli che abbiamo visto prima anno formulato in modo più essenziale. La teoria di Aristotele parte dalla luce come origine di tutto ed il colore chiave è il trasparente, il colore dell’acqua e dell’aria quindi il colore non è più visto come qualcosa di materiale ma partecipa alla materialità del corpo.
I Legami con il Mondo Romano
Abbiamo accennato al fatto che l’arte decorativa greca, per quanto pregevole e definita, non sfruttava molti colori ed infatti il famoso filosofo tedesco Friedrich Nietzsche verso la fine del novecento dice a proposito dell’arte greca: «Quanto diversamente i Greci hanno veduto la natura, se siamo costretti a riconoscere che i loro occhi erano ciechi per l’azzurro e il verde, e invece del primo vedevano un bruno più scuro, in luogo del secondo un giallo – quanto diversa e quanto più vicina agli uomini dovette apparire loro la natura, dal momento che ai loro occhi i colori degli uomini erano anche nella natura preponderanti e questa nuotava, per così dire, nell’atmosfera dei colori umani! (Azzurro e verde disumanizzano la natura più di ogni altro colore)…».

Affresco del Ratto di Persefone
Per quanto dura è una critica che ha del vero. Basta dare un rapido sguardo ai dipinti e alle pareti decorate di famose città come Athene, Argo e Delfi per vedere come il giallo e il rosso sono i colori predominanti. Bisogna però considerare un fattore molto importante, la concomitanza con il mondo Romano che era invece un’avanguardista sui colori e sulle tecniche di decorazione in generale e questo ha fortemente influito sulla storia del colore dell’antica Grecia.
Questa comunque resta tutt’oggi una tematica molto discussa e se si desidera fare una ricerca superficiale sui colori dell’antica Grecia, sarà facile imbattersi in discussioni come “Che Colori vedevano i Greci?” oppure “La Diversa Percezione del Colore dell’Antica Grecia”. Si potrebbe discutere a lungo sulle differenze e capire se sono preponderanti quelle culturali o quelle fisiche, ma lasciamo questo dibattito a chi è più esperto e preparato di noi sull’argomento
I Colori e Le Terre Naturali Dell’Antica Grecia
Il popolo Greco era solito creare i proprio colori con le terre naturali ocra giallo e ocra rosso, che sono abbondanti lungo le coste e garantivano un colore di qualità resistente e duraturo. Come abbiamo visto in generale nell’arte greca, a differenza di quella egizia, si faceva scarso uso di colori freddi come il blu o il verde ed i pigmenti utilizzati per creare questi colori veniva quasi sempre importanti dall’impero romano che ne era invece diventato un maestro nel crearlo dai minerali con processi che sono diventato a man mano sempre più complessi e artificiali.
I ROSSI


FONTI PRINCIPALI: Terra Ocra Rossa, Kermes
I GIALLI


FONTI PRINCIPALI: Terra Ocra Gialla, Orpimento
I BLU


FONTI PRINCIPALI: Azzurrite
I VERDI


FONTI PRINCIPALI: Rame, Crisocolla, Malachite

Tomba Del Tuffatore
Studiando il colore nel mondo dell’antica Grecia si trova conferma di quella che è stata sempre la natura di questa civiltà: filosofia e pensieri altissimi mentre gli scritti pratici e tecnici sulla preparazione dei colori sono quasi del tutto assenti nell’arte Greca. Gli Antichi Greci sono il popolo giusto a cui rivolgersi se si vuole fare un viaggio nella nascita della filosofia del colore, argomento che ha affascinato menti eccelse come Platone, Aristotele, Galeno, Empedocle e Democrito che hanno sviluppato numerose teorie più o meno complesse sulla percezione del colore. Seguendo la loro natura questo popolo ha lasciato la parte più tecnica e pragmatica al vicino Impero Romano, che come vedremo ha invece lasciato un’infinità di scritti e testimonianze sulla tecniche di decorazione utilizzate ed era solito essere metodico e prendere traccia di tutti i processi di creazione dei pigmenti naturali.
SORGENTI E APPROFONDIMENTI
Multiversoweb.it – Margutte.com – Wikipedia – Università Di Macerata