• I COLORI DEL RINASCIMENTO

I Colori Dell’Età Rinascimentale

Il Rinascimento è un periodo storico che va dal 1492 ed arriva fino al 1600 circa anche se sulla data di fine molti storici discutono ancora. Tra tutti i periodi storici che abbiamo preso in considerazione per studiare la storia del colore, quello rinascimentale è senza dubbio il periodo più breve dato che è durato poco più di un secolo rispetto invece alla storia Romana o Egizia che ha coperto migliaia di anni. Il Rinascimento però merita un capitolo a parte quando si parla della storia del colore perchè questo periodo è stato tanto breve quanto intenso per l’arte decorativa e per la pittura.

E’ sopratutto la pittura classica il simbolo di questo periodo e nel secolo rinascimentale si concentrano la maggior parte delle opere d’arte che oggi consideriamo patrimonio dell’umanità ed il colore ha giocato un ruolo molto importante nella vita degli artisti che ancora oggi studiamo con tanto interesse per le loro capacità artistiche.

La Centralità dell’Arte nel Rinascimento

Giove, Mercurio e Virtù

Giove, Mercurio e Virtù – 1524

Il Rinascimento è stato un periodo di grandi cambiamenti per la società. La scoperta del nuovo mondo è stato uno dei fattori che ha maggiormente segnato questo periodo, portando grandi cambiamenti commerciali e culturali nella vecchia Europa che viveva un periodo feudale che limitò molto lo sviluppo della cultura e dell’arte nell’ultima parte del Medioevo. Nel Rinascimento invece l’arte figurativa, rispetto a quella medievale, riuscirà a distaccarsi dal forte legame con la religione che si è creato nel millennio passato, trovando nuove ispirazioni e nuovi spunti che porteranno anche alla nascita di nuovi colori.

L’Italia è stata un simbolo di questo periodo ed è proprio durante il periodo rinascimentale che nascerà il grande patrimonio artistico culturale che porterà l’Italia ad essere il paese con il maggior numero di opere d’arte considerate Patrimonio dell’Umanità. Città come Venezia e Firenze sono state il centro di questo sviluppo culturale ed erano città all’avanguardia sotto molti aspetti, dall’organizzazione sociale al rispetto del cittadino. E’ proprio in questo periodo che si sviluppa un nuovo umanesimo che porterà pian piano alle grandi conquiste dei diritti dell’uomo nei secoli successivi e città come quelle Italiane furono un modello per questo nuovo modo di vivere.

Grazie a questo benessere diffuso l’arte ha potuto sviluppare in questo periodo in modo rapido e sorprendente producendo in soli cento anni più arte di quella che l’uomo aveva prodotto durante tutto il periodo Medievale, durato oltre mille anni. In questo secolo gli artisti ed i decoratori torneranno a godere di un’ottima fama sociale e diventeranno sempre più specialisti, portando ogni artista a creare i propri colori per fare in modo che si adattassero allo stile dell’esecutore e al gusto di chi lo aveva commissionato.

I Pigmenti Naturali del Rinascimento

I metodi di preparazione del colore durante il Rinascimento sono quelli che abbiamo già imparato a conoscere durante la storia dell’arte umana. I pigmenti colorati venivano prima macinati e poi uniti al legate che ha lo scopo di permettere al colore di legarsi al supporto. La scelta di del legante è determinante per stabilire la tecnica utilizzata: quando il legante è di provenienza vegetale come ad esempio le colle animali si parla di Tempera, quando invece il legante è un’olio come quello di lino, di noce o di papavero, si parla appunto di tecnica ad olio. L’Acquarello diversamente utilizza come legante la celebre gomma arabica, ottenuta dall’albero di Acacia e già molto diffusa tra gli antichi egizi e romani. Esiste infine la celebre tecnica dell’affresco che non necessita di alcun legante per i pigmenti dato che il colore viene applicato direttamente sull’intonaco ancora umido che svolgerà la funzione di legante asciugandosi.

Cappella Sistina 1512

Volta della Cappella Sistina – 1512

Alcuni dei più celebri pittori producevano personalmente i proprio colori scegliendo con cura i pigmenti di maggior qualità e mescolando i singoli ingredienti. Questo gli permetteva di ottenere colori di maggiore qualità e capaci di resiste maggiormente agli effetti del tempo rispetto a quelli industriali che erano già molto diffusi durante il Rinascimento. Città come Venezia e Firenze oltre ad essere dei grandi poli culturali erano anche delle grandi potenze commerciali dunque gli artisti più facoltosi trovavano sul mercato pigmenti di prima qualità provenienti da tutte le parti del mondo.

I Colori e Le Terre Naturali Dell’Antico Egitto

L’antico Egitto è senza dubbio una delle civiltà che è stata oggetto del maggior numero di studi storici e archeologici approfonditi ed esistono moltissime ricerche di ogni genere e natura su questo straordinario popolo, dunque le informazioni sui colori e i materiali utilizzati sono numerose e precise nonostante la distanza nel tempo. Grazie alla letteratura e alla scienza chimica è possibile risalire in modo preciso ai pigmenti utilizzati nelle decorazioni Egizie senza però che manchi una parte di mistero che da sempre accompagna la storia di questa civiltà, in particolare su alcuni colori e tecniche che ancora oggi è impossibile decifrare con esattezza. Ecco quali sono stati i principali colori e le principali pigmenti utilizzati per ottenerli dell’antico Egitto:

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I ROSSI

FONTI PRINCIPALI: Ocra Rossa, Cinabro, Minio

L’Ocra rossa, che è stato il primo colore dell’uomo, torna ad essere spesso utilizzata da artisti di spessore come Michelangelo che ne sanno apprezzare le sfumature ed il valore storico ed in generale è possibile trovare presenza di terra d’ocra in moltissime delle opere che sono state realizzate nel Rinascimento e che sono oggi Patrimonio dell’Umanità. In generale comunque la produzione del rosso durante il rinascimento è molto simile a quella di epoca romana, con un grande utilizzo del Cinabro e del Minio  per ottenere un rosso più brillante, ricerca della luce che porterà sopratutto all’impiego delle lacche, che garantivano il massimo livello di brillantezza.

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I GIALLI

FONTI PRINCIPALI: Orpimento, Realgar, Giallorino

Come per l’epoca Medievale, anche nel Rinascimento il giallo più diffuso era quello ottenuto dall’orpimento, un minerale composto da solfuro di arsenico, caratterizzato da un giallo oro e una lucentezza adamantina, che veniva importato in grandi quantità dall’Asia come avveniva durate l’Impero Romano. Un pigmento sintetico anch’esso molto utilizzato per ottenere il giallo era il Giallorino, scoperto nel tardo medioevo questo processo utilizzava lo stagno ed il piombo per creare un pigmento giallo inorganico dalle grandi proprietà coloranti. Esistevano molte varianti per creare questo pigmento come quella che sfruttava invece del piombo la calcinazione del litargirio ed altri elementi.

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I BLU

FONTI PRINCIPALI: Azzurrite, Lapislazzuli, Smaltino

Il blu è un colore importante nel Rinascimento ma storicamente i pigmenti naturali per ottenere il blu sono i più costosi e non hanno un forte potere colorante dunque sono necessarie grandi quantità per ottenere dei colori brillanti. Dunque anche nel periodo rinascimentale non tutti gli artisti potevano permettersi di utilizzare spesso questo colore per una questione puramente economica. I blu più diffusi era gli stessi tanto amati dall’antico popolo Egizio vale a dire quelli ottenuti dall’azzurrite e dal lapislazzuli, minerale che veniva importato principalmente dall’Afghanistan. La vera innovazione del colore rinascimentale sta proprio nel Blu di Smalto o Smaltino, pigmento ottenuto dal vetro colorato mischiato con l’acqua che era già noto alle civiltà passate ma che non era mai stato utilizzato come pigmento per la creazione del colore.

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I VERDI

FONTI PRINCIPALI: Terra Verde, Verderame, Malachite

Anche la terra verde naturale torna ad essere molto utilizzata durante il Rinascimento e quella di Verona, più precisamente da Prun, era tra la più apprezzata dagli artisti Italiani che la consideravano quella della migliore qualità mentre nel resto d’Europa era molto stimata anche la terra verde proveniente dalla Boemia e dalla Germania. Anche il verderame, antico pigmento ottenuto utilizzando i vapori dell’aceto sul rame, era molto diffuso nella pittura ad olio e nell’affresco mentre i pigmenti ottenuti dalla Malachite, minerale dal tipico colore verde che era raro in Europa ma molto diffuso in Africa, al contrario del verderame avevano un’utilizzo più limitato perchè non potevano essere utilizzati nell’affresco per la loro incompatibilità con la calce.

Il Pittore Artigiano Rinascimentale

Il Rinascimento è il periodo dei grandi artisti e delle grandi opere pittoriche. Durante questo ricco periodo storico, la decorazione in generale raggiunge i suoi livelli massimi e nei palazzi di potere e nelle grandi residenza era più facile trovare pareti e soffitti affrescati da grandi artisti piuttosto che trovare vernici e pitture monocolore. Come abbiamo accennato, nel rinascimento gli artisti erano soliti produrre da soli i propri colori utilizzando per lo più pigmenti e leganti naturali e questo ci lascia un piccolo insegnamento. Infatti al contrario della maggior parte degli artisti del secolo passato, quelli rinascimentali non sono solo pittori ma sono anche artigiani del colore, conosco bene i pigmenti che utilizzano ed i processi per crearli. L’impiego dei pigmenti industriali era considerano un disvalore per l’opera stessa, andando a discapito dell’autenticità e dell’unicità di ogni singolo colore che viene creato dai pigmenti naturali.