Ogni pigmento ha una sua storia, ma alcuni si distinguono per rarità e costo come autentici tesori cromatici. Dietro a ogni delicatezza di blu oltremare o rosso scarlatto si celano miniere lontane, processi artigianali complessi e reti di mercanti disposte a pagare prezzi esorbitanti pur di aggiungere quella nota di lusso alle tele più ambite. Qui esploreremo dieci di questi pigmenti “d’élite” – vere polveri preziose estratte da rocce, conchiglie o piante esotiche – ordinati dal meno al più costoso. Scopriremo non solo la ragione del loro altissimo valore economico, ma anche le fatiche necessarie per trasformare un materiale grezzo in un colore capace di resistere al tempo e di dominare la scena artistica.
10°- Malachite
COLORE: Verde Brillante
ORIGINE: Italia, Africa
DATA DELLA SCOPERTA: Antico Egitto (3000 a.C)
COMPOSIZIONE: Carbonato di Rame Idratato
COSTO MEDIO: 600 €/Kg
La malachite è stata a lungo considerata un pigmento di lusso proprio per l’equilibrio tra rarità del minerale e splendore del colore. Nei secoli, i maestri pigmentari selezionavano solo cristalli di qualità superiore, sottoponendoli a una doppia macinazione nei mortai di porfido e al vaglio su setacci finissimi, per ottenere una polvere omogenea e priva di impurità. Il prezzo rispecchia non solo il costo di estrazione in siti spesso poco accessibili, ma anche le complesse fasi di lavorazione e purificazione necessarie per garantire brillantezza e stabilità. In epoca rinascimentale, un solo grammo di malachite poteva valere più di un pranzo per un’intera famiglia borghese, tanto che pittori come Giovanni Bellini e Mantegna la riservavano alle tonalità di manti sacri e sfondi paesaggistici, sfruttando la sua capacità unica di diffondere la luce.
9°- Blu Han
COLORE: Blu-Grigio Ceruleo Brillante
ORIGINE: Cina Settentrionale
DATA DELLA SCOPERTA: Periodo Zhou (1045–771 a.C.)
COMPOSIZIONE: Carbonato di Bario e Silicati di Rame
COSTO MEDIO: 730 €/Kg
Il blu Han nasce dal controllo rigoroso di forni capaci di mantenere temperature superiori ai mille gradi per giorni interi, e dall’impiego di materie prime selezionate: baryte (o witherite) per il carbonato di bario e malachite (o altre sorgenti di rame) per il componente cromoforo. Il maestro pigmentario dosava con perizia i silicati di rame, poi lasciava “maturare” il cristallo prima di macinarlo a pietra d’agata, ottenendo una polvere finissima e luminosa, capace di resistere a luce e umidità.
8°- Orpimento
COLORE: Giallo Dorato
ORIGINE: Asia Centrale, Cina Settentrionale
DATA DELLA SCOPERTA: Mesopotamia (500 a.C)
COMPOSIZIONE: Arsenico Trisolfuro Naturale
COSTO MEDIO: 1050 €/Kg
Il orpimento (anche “giallo arsenicale”) era un pigmento estremamente apprezzato quando si voleva ottenere un giallo intenso, quasi rifulgente, capace di risaltare al fianco di rossi profondi e blu oltremare. La sua tossicità ne limitava l’uso domestico, ma ne accresceva il valore simbolico in ambito religioso e regale: a Pompei compare in piccole quantità in alcuni affreschi di domus patrizie, mentre nel Medioevo era riservato alle miniature più prestigiose nei manoscritti sacri. In arte islamica appare in decorazioni ceramiche e moschee di Samarcanda, dove la sua luce dorata amplificava la ricchezza dei mosaici. Oggi, nonostante sia quasi del tutto sostituito da gialli organici più stabili, rimane un simbolo di lusso e di storia, un colore che conduce lo sguardo nel viaggio delle antiche vie del commercio e dei laboratori alchemici.
7°- Blu Egizio
COLORE: Blu Ceruleo
ORIGINE: Egitto
DATA DELLA SCOPERTA: Antico Egitto (3000 a.C)
COMPOSIZIONE: Silicato di Calcio e Rame
COSTO MEDIO: 1100 €/Kg
Il Blu Egiziano incarna il perfetto connubio tra prestigio e difficoltà tecnica: la produzione richiede forni capaci di mantenere temperature elevate con controlli precisi, nonché materie prime di alta purezza (rame e quarzo). Il costo superiore al mille euro al chilogrammo riflette la complessità del processo e la scarsità della produzione moderna, riservata a restauratori d’élite e a progetti museali che mirino a ricreare gli effetti originali dei capolavori faraonici. Ancora oggi, il suo utilizzo evoca immediatamente l’antica potenza dell’Egitto, conferendo alle superfici una brillantezza e una profondità impossibili da ottenere con altri blu.
6°- Giallo Cromo
COLORE: Giallo Paglierino
ORIGINE: Francia
DATA DELLA SCOPERTA: XVII Secolo
COMPOSIZIONE: Stannato di Piombo, Biossido di Stagno
COSTO MEDIO: 1300 €/kg
La lavorazione del giallo di stagno e piombo richiedeva forni capaci di mantenere temperature costanti attorno agli 800 °C e una purificazione accurata dei minerali di partenza per evitare alterazioni verdastre. Il prezzo elevato – oltre 1000 €/kg nel mercato artigianale odierno – riflette sia la complessità del processo di calcinazione sia la difficoltà nel reperire materiali puri. Per secoli è stato riservato a contesti di grande prestigio: cappelle private con dettagli dorati, pale d’altare scenografiche e mosaici veneziani, dove il suo giallo caldo esaltava l’oro e creava contrasti sontuosi. Anche se oggi è stato in gran parte sostituito da alternative più economiche e meno tossiche, rimane simbolo di un’epoca in cui il colore era esso stesso un lusso e un indicatore di status sociale.
5°- Lacca di Garanza
COLORE: Rosso Caldo
ORIGINE: Europa, Asia
DATA DELLA SCOPERTA: Alto Medioevo
COMPOSIZIONE: Alizarina, Allume di Potassio
COSTO MEDIO: 1600 €/Kg
La lacca di garanza è simbolo di pregio sia per la complessità del trattamento – che richiede ore di bollitura, regolazione del pH e ripetuti lavaggi – sia per il valore del colorante organico, ricavato da colture dedicate. Il suo rosso vibrante e trasparente è stato ampiamente utilizzato in miniature, acquerelli e velature nei dipinti ad olio rinascimentali, spesso in sostituzione di porpora più costosa o in combinazione con cinabro per ottenere rosati intensi. Ancora oggi, i restauratori e gli artigiani d’élite scelgono la lacca di garanza per ricreare autentici effetti storici, confermando il suo status di pigmento “di nicchia” il cui prezzo per chilogrammo è paragonabile a quello di molti ossidi metallici pregiati.
4°- Cinabro
COLORE: Rosso Vivo
ORIGINE: Toscana, Cina
DATA DELLA SCOPERTA: Età del Bronzo
COMPOSIZIONE: Solfuro di Mercurio Naturale
COSTO MEDIO: 3200 € / Kg
Il cinabro è sempre stato sinonimo di vividezza e potere: la sua resa cromatica, unica nel panorama dei rossi naturali, nasce dalla perfetta purezza del solfuro di mercurio e da una grana tanto fine da garantire una copertura eccezionale. I maestri pigmentari antichi dedicavano particolare attenzione alla selezione dei cristalli, frantumandoli con martelline di pietra e macinando in mortai di porfido fino a ottenere la polvere setosa che conosciamo. In epoca rinascimentale, pittori del calibro di Tiziano e Veronese prediligevano il vermiglio naturale (cinabro purché non ossidato) per i manti delle figure sacre, nonostante l’alto costo a cui quel rosso imperiale era valutato. Ancora oggi, la produzione artigianale – seppur limitata a rievocazioni storiche – conferma il valore di questo pigmento, il cui prezzo si avvicina a quello di alcuni metalli preziosi quando espresso in €/kg.
3°- Blu YlnMn
Blu Oregon
COLORE: Blu Acceso
ORIGINE: Oregon, USA
DATA DELLA SCOPERTA: 2009
COMPOSIZIONE: Ittrio, Indio, Manganese
COSTO MEDIO: 4000 €/kg
Il blu YInMn rappresenta uno degli sviluppi più recenti e affascinanti nella storia dei pigmenti: la sua tonalità, collocata tra l’oltremare e il cobalto, non solo è inedita, ma offre straordinaria stabilità alla luce e resistenza chimica. Il processo di sintesi richiede laboratori ad alta tecnologia e materie prime costose – in particolare l’indio, metallo molto raro – fattori che spiegano il prezzo di migliaia di euro al chilo. Usato finora in ricerche sperimentali, interior design di lusso e prototipi di vernici architettoniche, il blu YInMn incarna il connubio tra innovazione scientifica e prestigio cromatico, con un costo che lo rende esclusivo persino rispetto ai più rinomati pigmenti storici.
2°- Lapislazzuli
Blu di Fra Angelico, Blu Oltremare
COLORE: Blu
ORIGINE: Badakhshan (Afganistan)
DATA DELLA SCOPERTA: 6000 a.C
COMPOSIZIONE: Pietra Semi-preziosa Lapislazzuli
COSTO MEDIO: 25.000 €/Kg
Nel corso dei secoli il lapislazzuli ha incarnato il massimo prestigio cromatico: un pigmento riservato a committenti regali e a cicli pittorici sacri, la cui spesa superava spesso quella dell’oro. La sua estrazione in aree remote, unita alla complessa purificazione per eliminare impurità minerali, rende ancora oggi il “Blu di Fra Angelico” uno dei colori più costosi al mondo. Nelle botteghe rinascimentali, un singolo grammo poteva rappresentare il salario mensile di un artigiano, mentre in età moderna il prezzo al chilo – oltre 16 000 € – ne conferma il ruolo di “diamante delle tavolette”. Il suo blu profondo, inalterabile alla luce, è rimasto simbolo di devozione e potere, dal fondo delle Madonne fiorentine alle decorazioni monumentali delle cappelle private.
1°- Purpurissum
COLORE: Viola Porpora
ORIGINE: Italia, Egitto
DATA DELLA SCOPERTA: Antica Roma (300 a.C)
COMPOSIZIONE: Porpora di Tiro, Polvere di Pietra
COSTO MEDIO: 80.000 €/Kg
Il Purpurissum rappresenta il perfetto equilibrio tra lusso e artigianato: da un lato la porpora di murice, simbolo di autorità imperiale, dall’altro l’abilità dei maestri colorifici nel diluirla con materiali altrettanto lussuosi come minerali e pietre preziose, mantenendo però una ricca saturazione del viola. Il prezzo – paragonabile a quello di metalli preziosi se espresso in €/kg – riflette sia il costo elevato della materia prima sia i passaggi di purificazione e macinazione finissima su pietre dure. In epoca romana e tardoantica era riservato a elementi di grande prestigio: drappeggi imperiali, titoli in pergamene miniati e dettagli architettonici nelle ville patrizie. Ancora oggi, per rievocazioni storiche e restauri d’élite, il Purpurissum conferma la sua reputazione di “porpora del popolo” con valore nobiliare, un pigmento che intreccia natura, alchimia e potere.
Sorgenti e Approfondimenti: kremer-pigmente.com