Nel cuore di ogni civiltà, il blu ha rappresentato un enigma prezioso: dalle officine degli artigiani egizi, che sperimentavano fusioni e forni per ottenere turchesi vividi sulle pareti dei templi, alle botteghe rinascimentali dove, tra macine di pietra e bagni di acqua, si separava la lazurite dai sedimenti più chiari per creare il “lapislazzuli” più puro. Non era solo una questione di colore, ma di sapere: ogni tonalità richiedeva tecniche specifiche, materie prime rare e un pizzico di alchimia.
Nel Medioevo, i codici miniati svelavano pagine dipinte con indaco estratto da foglie esotiche, un blu vegetale che attraversava continenti e rotte commerciali fino alle corti europee; mentre, sul suolo americano, le antiche civiltà Maya e Azteche mescolavano polveri di palygorskite e indaco per coprire i templi di un “blu più intenso del cielo”. Ogni pigmento era al contempo immagine del potere, riflesso di un viaggio e simbolo di devozione.
Con l’avvento dell’Età Moderna, la chimica si fa arte: il primo blu di Prussia nasce in un laboratorio tedesco, mentre il blu di cadmio rivoluziona le tavolozze degli artisti del Novecento con la sua stabilità estrema. E ancora oggi, nei laboratori universitari, il blu YInMn ricorda quanto il desiderio di novità e la passione per il colore non abbiano mai cessato di animare menti e mani. Questa Top 10 celebra quei pigmenti che, per rarità, tecnica di produzione o diffusione culturale, sono diventati veri e propri protagonisti nella storia del colore blu.
10°- Blu Ceruleo
Naturale
COLORE: Blu Pallido
ORIGINE: Germania
SCOPERTA: 1789
Il Blu Ceruleo si distingue per la sua elevata opacità, la stabilità alla luce e la capacità di creare atmosfere luminose nei paesaggi. Dopo le prime sperimentazioni di Höpfner a fine Settecento, il pigmento – noto inizialmente come “Höpfner blue” o “Cölinblau” – divenne disponibile per gli artisti solo verso la metà dell’Ottocento, quando case d’arte lo commercializzarono con il nome di coeruleum o cerulean. Impressionisti come Claude Monet e Berthe Morisot adottarono il Ceruleo per i cieli limpidi e le acque trasparenti dei loro dipinti, sfruttandone la capacità di mantenere la freschezza del colore anche dopo l’essiccazione a olio. Ancora oggi il Blu Ceruleo rimane un punto di riferimento nelle tavolozze professionali, apprezzato in pittura a olio, acrilico e acquerello per la sua resa nitida e la versatilità di miscelazione con bianchi e verdi.
9°- Blu YlnMn
Sintetico
COLORE: Blu Intenso
ORIGINE: Oregon (Stati Uniti)
DATA DELLA SCOPERTA: 2009
Il Blu YInMn non possiede millenni di tradizione alle spalle, ma è diventato “storico” per il suo impatto epocale: è il primo pigmento inorganico completamente nuovo scoperto in oltre due secoli. La sua nascita casuale, in un laboratorio di scienza dei materiali, ha aperto una nuova era per i colori, unendo stabilità estrema alla luce e innovazione tecnica. Oggi è celebrato non solo come pigmento d’avanguardia nei settori artistico e industriale, ma anche come simbolo di come la ricerca scientifica possa consegnarci nuove sfumature di storia e significato.
8°- Blu Han
Sintetico
COLORE: Blu Profondo
ORIGINE: Cina
DATA DELLA SCOPERTA: 400 a.C
Il Blu Han è uno dei primissimi pigmenti sintetici al mondo, fratello del celebre Blu Egiziano. L’inedita tonalità veniva ottenuta in forni capaci di mantenere temperature superiori ai mille gradi per giorni, un’impresa tecnologica che riflette l’avanzata competenza metallurgica cinese. Scoperto forse per caso durante la sperimentazione di colori ceramici, fu immediatamente adottato per decorare statue, vasi e affreschi imperiali, inclusi dettagli sul famoso esercito di terracotta di Qin Shi Huang. Nonostante la complessità produttiva e la scarsità dei materiali, il Blu Han mantenne il suo prestigio per secoli, simbolo di potere e sapienza alchemica. Le sue proprietà di stabilità alla luce, alla calce e agli agenti chimici lo resero insostituibile nelle grandi opere, mentre le sue varianti più rare (Han Purple) testimoniano ulteriori ricerche sul confine tra scienza e arte nell’antica Cina.
7°- Blu Indaco
Naturale
COLORE: Blu Violaceo
ORIGINE: India, Pakistan
DATA DELLA SCOPERTA: 2500 a.C
L’Indaco è il re dei blu vegetali, un pigmento che ha attraversato millenni e continenti. La sua tonalità ineguagliabile si otteneva immergendo tessuti in bagni d’infuso e esponendoli all’aria, dove l’ossidazione trasformava l’indoxil in una polvere blu intenso. In Europa rimase un segreto gelosamente custodito fino al Medioevo, quando l’importazione via rotte carovaniere lo rese accessibile alle corti e alle botteghe rinascimentali. Più resistente alla luce rispetto ad altri vegetali, l’Indaco vestì le tele di maestri olandesi e inglesi, e divenne simbolo di ricchezza nei drappi dei mecenati. Ancora oggi, oltre al suo impiego nei blue jeans, conserva un’aura di storia e mistero, ricordandoci il lavoro paziente degli artigiani che trasformavano semplici foglie in “oro blu” – un colore che ha scritto pagine fondamentali della storia dell’arte e del commercio globale.
6°- Blu di Prussia
Sintetico
COLORE: Blu Profondo
ORIGINE: Germania
DATA DELLA SCOPERTA: 1706
Il Blu di Prussia cambiò radicalmente il panorama dei colori: il suo blu profondo fu il primo pigmento sintetico stabile e a basso costo, capace di sostituire l’ultramarino naturale. Apprezzato già nelle stampe giapponesi ukiyo-e e nelle tele di artisti come Watteau, divenne un elemento fisso in pittura a olio, acquerello e inchiostri tecnici. La sua straordinaria resistenza alla luce e la facilità di miscelazione con altri pigmenti lo hanno reso insostituibile nelle tavolozze fino ai giorni nostri, segnando un passaggio fondamentale tra tradizione e innovazione nella storia dei colori.
5°- Blu Maya
Sintetico
COLORE: Blu Turchese
ORIGINE: Messico
DATA DELLA SCOPERTA: VII secolo d.C
Il Blu Maya non è solo un colore, ma un vero e proprio miracolo di durabilità: le sue pareti indaco‑palygorskite formano un legame così stabile da resistere a pioggia acida, umidità e raggi UV per oltre mille anni. Questo ha permesso ai murales di Bonampak e ai soffitti della Piramide di Tikal di conservare intatta la loro vivida tonalità. Il processo di produzione, custodito gelosamente dagli artigiani mesoamericani, univa l’estrazione e la fermentazione delle foglie di indaco a una cottura controllata con argilla locale, dando vita a un blu che ha superato la prova del tempo. Ancora oggi il Blu Maya è studiato come modello di sostenibilità cromatica e ispirazione per nuovi materiali resistenti.
4°- Blu Cobalto
Sintetico
COLORE: Blu Freddo
ORIGINE: Francia
DATA DELLA SCOPERTA: 1802
Il Blu di Cobalto nacque dalla volontà di sostituire il costoso ultramarino con un colore altrettanto intenso ma più accessibile. Nel 1802, Thénard studiò la fusione diretta di ossido di cobalto con allumina: una volta raffreddato, il materiale veniva spezzato, macinato su pietra d’agata e setacciato più volte, fino a ottenere una polvere finissima. Questa lavorazione – passata rapidamente dalle fornaci di laboratorio alle botteghe degli artisti – riversò in pittura un blu capace di resistere al tempo e alla luce. Artigiani del colore e pittori impressionisti abbracciarono subito il Cobalto per i suoi chiaroscuri luminosi: bastava mescolarne una punta di polvere a olio o a calce per dare vita a cieli vibranti e mari trasparenti. Ancora oggi, il Blu di Cobalto conserva la sua reputazione di pigmento “di alta bottega”: richiede cura nella preparazione ma ripaga con una tonalità pura e duratura.
3°- Azzurrite
Naturale
COLORE: Blu Turchese
ORIGINE: Europa, Cina, Nord America
DATA DELLA SCOPERTA: 3000 a.C
L’Azzurrite è uno dei blu minerali più antichi e apprezzati, apparsa per la prima volta nei rilievi dei templi egizi e poi riscoperta in Europa medievale per la pittura su tavola e gli affreschi. Il pigmento si ottiene macinando finemente i cristalli estratti in cave a cielo aperto, poi lavando la polvere per eliminare impurità e infine miscelandola con leganti tradizionali (tuorlo d’uovo o tempera grassa). La sua tonalità unica, più fredda dell’oltremare, lo rese un’alternativa preziosa quando il lapislazzuli era impossibile da reperire. Nelle botteghe rinascimentali, l’azzurrite veniva spesso usata per cieli notturni e acque costiere, a volte sovrapposta a velature verdi per ottenere sfumature sofisticate.
2°- Blu Egizio
Sintetico
COLORE: Blu Opaco
ORIGINE: Egitto
DATA DELLA SCOPERTA: 2500 a.C
Il Blu Egiziano rappresenta il primo pigmento artificiale mai creato dall’uomo. Nelle officine vicino al Nilo, gli alchimisti dell’Antico Regno miscelavano quarzo, rame e calce, cuocendo il tutto in piccoli vasi di terracotta. La massa ceramica veniva poi macinata, lavata e setacciata per ottenere una polvere finissima, capace di reggere l’umidità e l’esposizione solare sui muri dei templi. Utilizzato in affreschi, vasellame e statue, il Blu Egiziano sopravvive inalterato per millenni, unendo tecnologia proto-chimica e estetica sacra. Dopo il crollo dell’Impero Romano la ricetta andò perduta, fino alle moderne ricerche che ne hanno ricostruito la composizione esatta e ne hanno replicato la produzione, restituendoci il primo dei blu “fatti dall’uomo”.
1°- Blu Oltremare
Naturale
COLORE: Blu Profondo
ORIGINE: Afghanistan
DATA DELLA SCOPERTA: VII secolo a.C
Il Blu Oltremare, noto anche come ultramarine naturale, è il “blu più prezioso” mai ricavato dall’uomo: nasce dalla paziente purificazione del lapislazzuli, un processo lungo giorni, fatto di macinazioni e lavaggi in acqua fredda per isolare la pura lazurite dal resto della pietra. Arrivato in Italia attraverso Venezia, divenne nell’Alto Medioevo un pigmento rarissimo e costosissimo – quanto l’oro – riservato alle vesti sacre della Vergine nei capolavori di Giotto, Vermeer e Titian. La sua leggenda è conquistata non solo dal costo, ma dalla qualità visiva: ultramarine mantiene una brillantezza e una profondità cromatica impareggiabili, resistendo alla luce senza scolorire. Pur soppiantato nel XIX secolo dall’ultramarino sintetico, conserva il suo valore simbolico e storico; oggi viene usato in restauri filologici e da artisti che cercano l’autenticità di un pigmento forgiato dal tempo e dalla geologia.