Dentro ai laboratori rinascimentali, dove l’ingegno dell’artigiano dialogava con la materia prima, nacque un pigmento straordinario: il Bianco d’Uovo, ottenuto dalla macinazione dei gusci. Ciò che la tavola lasciava come scarto – gusci fragili e candidi – diventava, attraverso un processo semplice ma rigoroso, un bianco puro, finissimo e perfettamente compatibile con le tecniche murali.
I gusci, raccolti dagli avicoli dei poderi italiani e mediterranei, venivano lavati con cura, privati di ogni residuo organico e lasciati asciugare lentamente al sole. L’uso del Bianco d’Uovo dai gusci non era dettato solo dall’economia del riuso: questo bianco vantava caratteristiche uniche di adesione, traspirabilità e stabilità nel tempo. Nel Rinascimento, a Bologna come a Venezia, esso divenne ingrediente fondamentale negli intonaci “a secco” e nelle preparazioni per tempera, regalando alle pale d’altare e ai soffitti affrescati una luminosità misurata, mai abbagliante, e un’approfondita matericità tattile.
Origine e Composizione del Bianco d’Uovo
I gusci d’uovo provengono da allevamenti avicoli mediterranei, dove il consumo quotidiano generava grandi quantità di scarto. Gli artigiani selezionavano gusci integri, li immergevano in acqua calda per rimuovere membrane e residui organici, poi li lasciavano asciugare al sole. Una volta privi d’umidità, i gusci venivano frantumati in mortaio di pietra fino a ottenere una polvere dal diametro medio di 5–20 µm.
La composizione principale è carbonato di calcio (oltre il 95 %), con tracce di proteine minerali carbonizzate che conferiscono una granulosità molto fine e una leggera opacità. Questa struttura permette al pigmento di aderire perfettamente alla calce viva e ai leganti organici, senza alterarne la traspirabilità.
Storia ed Utilizzi del Bianco d’Uovo
Sin dal XV secolo, il Bianco d’Uovo ha trovato impiego nei “freschi a secco” e negli intonaci decorativi dei palazzi nobiliari. Mischiato con calce spenta o slaked lime, rendeva le superfici uniformi e leggere, ideali per decorazioni a rilievo e stucchi dipinti.
Nei laboratori pittorici della Bologna rinascimentale, veniva anche usato come “gesso secco” per preparare le tavole da dipingere: un sottile strato di bianco d’uovo e colla animale creava una base liscia, luminosa e resistente alla screpolatura. Ancora oggi, nelle botteghe di restauro, si apprezza la sua capacità di “respirare” con il muro, evitando ristagni d’umidità e garantendo un’asciugatura omogenea dei colori sovrastanti.
- Freschi a secco rinascimentali – Miscelato a calce spenta e caseina per decorazioni parietali nelle ville nobiliari.
- Preparazione di supporti per tavole – Strato di “gesso secco” composto da Bianco d’Uovo e colla animale, per pitture a tempera.
- Stucchi e rilievi decorativi – Impastato con polveri di gesso e resine vegetali per ottenere stucchi a bassorilievo in palazzi barocchi.
- Riproduzione di cornici dorate – Base bianca ideale per la stesura della foglia d’oro, grazie alla sua finitura uniforme.
- Calce barattata e pitture da muro – Aggiunto alle malte a calce per aumentare l’opacità e prevenire fessurazioni.
- Restauri storici del XIX secolo – Utilizzato per ripristini di affreschi e decorazioni architettoniche, mantenendo la traspirabilità originaria.
Caratteristiche del Bianco d’Uovo
Nel dialogo dei bianchi tradizionali, il Bianco d’Uovo dai gusci si distingue per una tessitura unica: la sua granulometria, mediamente compresa tra 5 e 20 µm, regala alle superfici un leggero rilievo materico, capace di accogliere la luce senza rifletterla in modo accecante. Al confronto, il Bianco di Spagna offre una grana più fine, leggermente compattata dalla presenza di silice, che crea un fondo intensamente opaco ma meno “vivace” al tatto.Sul fronte dell’adesione, il carbonato di calcio puro del Bianco d’Uovo si comporta come una vera spugna: assorbe il legante – che sia calce viva, caseina o colla animale – e lo trattiene, garantendo un aggancio saldo senza creare tensioni. Il Bianco di Spagna è anch’esso compatibile con le malte tradizionali, ma tende a indurirsi in modo più rigido nei cicli di intonaco fresco, mentre i moderni bianchi di titanio eccellono nella copertura estrema, ma diventano impermeabili e inadatti al restauro conservativo, dove la traspirabilità è vitale.
Il Bianco d’Uovo – Simbolo dell’Edilizia Sostenibile
Il Bianco d’Uovo dai gusci è il simbolo di un’artigianalità sostenibile: trasforma un semplice scarto alimentare in un materiale prezioso per la decorazione murale e pittorica. La sua finissima grana, la purezza del carbonato di calcio e la perfetta adesione alla calce lo rendono ancora oggi un alleato insostituibile per chi lavora con le superfici antiche e desidera un bianco naturale, duraturo e rispettoso della materia architettonica.