Il gesso è l’anima candida su cui si fondano le tecniche più antiche e raffinate della pittura e dell’affresco. Ottenuto da depositi di solfato di calcio emiidrato, questo materiale trasforma superfici grezze in fondi uniformi, capaci di esaltare la purezza dei colori sovrastanti. La sua consistenza fine e setosa permette pennellate morbide e precise, mentre la capacità di assorbire leganti e pigmenti ne ha fatto il supporto prediletto da pittori e decoratori di ogni epoca.
Storia e Origini Del Gesso
L’uso del gesso si perde nella notte dei tempi: già nell’antico Egitto veniva impastato con fibre vegetali per preparare i bassorilievi di templi e tombe, mentre nella Grecia classica costituiva il principio dei “cartoni” preparatori per le sculture. Nel Medioevo questo minerale trovò impiego fondamentale nelle pareti delle chiese, steso a più strati per creare l’intonaco dell’affresco. Le botteghe rinascimentali perfezionarono la tecnica: alternavano stesure sottili di gesso puro a paste più dense, ottenute mescolando polvere di marmo, garantendo così superfici lisce, in grado di durare secoli senza perdere biancore.
Composizione e Preparazione
Il gesso si ricava da cave di pietra calcareo-evaporitica, dove il solfato di calcio biidrato (CaSO₄·2H₂O) viene estratto e sottoposto a cottura controllata. Riscaldato a circa 150 °C, perde parte dell’acqua di cristallizzazione, trasformandosi in emigesso (CaSO₄·½H₂O). Questa fase di “semi-cottura” è cruciale: determina il grado di presa e la finezza della polvere. Una macinazione successiva riduce il materiale a particelle sottilissime. In laboratorio artistico, l’emigesso viene poi impastato con acqua fresca in proporzione variabile, fino a ottenere una malta morbida che, stesa su muro o tavola, si rapprende in pochi minuti, fornendo un supporto asciutto e stabile per i pigmenti.
Impieghi Storici
Il gesso ha accompagnato le più grandi imprese pittoriche: nelle catacombe romane rivestiva pareti e volte con una base inalterabile, sui muri delle basiliche medievali sosteneva vasti cicli di affreschi, e nelle sartorie di Firenze era usato per preparare taccuini e bozzetti destinati ai maestri. Anche nei secoli successivi l’intelaiatura in tela veniva rinforzata con un sottile strato di gesso, per garantire alla pittura a olio un’adesione perfetta. Ancora oggi i restauratori lo utilizzano per consolidare superfici lese, approfittando della compatibilità chimica e meccanica tra il gesso storico e le rimesse contemporanee.
L’Evoluzione del Gesso
Il gesso non è semplicemente un supporto, ma il fondamento invisibile che rende possibile l’arte pittorica. La sua trasparenza materica, unita alla capacità di accogliere pigmenti con fedeltà assoluta, ne fa un alleato insostituibile. Ogni strato di gesso applicato a regola d’arte custodisce la promessa di un’opera destinata a durare nel tempo, bianca come l’idea da cui è nata.