• Giallo di Cobalto

Giallo di Cobalto  – L’Arancio Trasparente

Il Giallo di Cobalto è uno dei pigmenti più singolari del XIX secolo: nato dai laboratori ceramici, porta con sé una sfumatura che oscilla tra il giallo paglierino e un tenue arancio, con una trasparenza unica. Pur non avendo mai dominato le tavolozze, ha guadagnato il rispetto di ceramisti e decoratori per la sua delicatezza cromatica e la buona resistenza alla luce.

Storia e Origini Del Giallo di Cobalto

La sua storia inizia attorno al 1852, quando Wöhler e colleghi esportarono le conoscenze del cobalto ceramico in ambito pittorico. Prepararlo richiedeva nitrito di cobalto e nitrito di potassio, mescolati in soluzione acida: il precipitato giallo, una volta filtrato, veniva lavato e fatto asciugare al riparo da umidità. A differenza del blu cobalto, non si spingeva a caldi forni, perché il pigmento perdeva tono oltre i 150 °C. Il risultato era una polvere dal colore leggero, con particelle attorno ai 3–7 µm, destinata soprattutto a vernici da ceramica e a tecniche da tavolo.

Utilizzi Storici del Giallo di Cobalto

Chi lavorava ceramiche “alla veneziana” amava il Giallo di Cobalto per decorare piatti e vasi con dettagli raffinati, spesso in combinazione con smalti azzurri, creando contrasti sofisticati. Nei primi manuali d’arte Ottocenteschi compariva come soluzione per ottenere un “giallo caldo” senza ricorrere all’oro; anche alcuni artigiani scozzesi e tedeschi della Maiolica lo adottarono per motivi estetici ed economici.

L’Evoluzione del Giallo di Cobalto

Oggi il Giallo di Cobalto è un pigmento raro, riservato ai laboratori di restauro ceramico e ai collezionisti di colori storici. Pur sostituito da gialli più stabili e coprenti, mantiene un fascino discreto: chi lo usa sa di custodire un’eredità chimica fatta di equilibri sottili e di un approccio artigianale alla tonalità.