• Colori di Bari

I Colori di Bari

Pigmenti e Materiali Caratteristici Della Città

Bari è un ponte tra terra e mare, e la sua tavolozza nasce dalla fusione tra le valli hinterland e il Mar Adriatico. Qui le pietre locali – calcareniti gialle e beige delle Murge, tufo dolomitico dai riflessi crema – si alternano a intonaci color sabbia, riflessi di calce viva e bagliori ambrati dati dalle terre argillose delle colline circostanti. Le stratificazioni urbane, dal borgo antico della “Bari Vecchia” carico di storia fino ai viali moderni che guardano al porto, rivelano un lessico cromatico coerente: tonalità calde e delicate che mutano con l’incidenza della luce, evocando atmosfere mediterranee di quiete e movimento.

La città adriatica ha da sempre sfruttato le risorse del proprio territorio. Dalle cave di carbonato di calcio tra Mungivacca e Palese provengono i conci chiari con cui si sono costruiti la Cattedrale e il Castello Svevo; dalle argille rosse di Conversano arrivano pigmenti caldi impiegati per velature e decorazioni. Nei documenti del XV secolo, i maestri muratori della Basilica di San Nicola annotavano dosi precise di calce, sabbia locale e polvere di pietra molata per garantire intonaci resistenti all’umidità marina.

Il colore di Bari non è mai un vezzo: è la risposta concreta a un clima di salsedine e sole, a un territorio che alterna pianure argillose e rilievi calcarei. Le tecniche artigiane, tramandate di padre in figlio, hanno plasmato superfici in cui la materia parla da sé: un giallo tenue, un ocra caldo, un crema luminoso e, di tanto in tanto, accenti verdi o blu raccolti dalle maioliche nei cortili antichi.

Breve Storia di Bari

Bari nasce nel IV secolo a.C. come piccolo presidio messapico sulle rive dell’Adriatico; divenuta poi “Barium” sotto Roma, fu porto strategico per il commercio tra Oriente e Occidente. Nel Medioevo fu capitale della controllata da Bisanzio fino all’arrivo dei Normanni nell’XI secolo, che vi edificarono la Basilica di San Nicola usando calcarenite locale. Sotto gli Svevi e gli Angioini il centro si ampliò con fortificazioni in tufo dolomitico, mentre i Borbone, nel XVIII secolo, promossero la costruzione del Castello e di eleganti palazzi in pietra chiara.

Con il sorgere dei quartieri artigiani e popolare nei vicoli di Bari Vecchia, si affermò l’uso di intonaci semplici a base di calce e sabbia locale, spesso velati con pigmenti ocra. Nel XIX secolo i restauri delle chiese romaniche rivelarono strati antichi di velature color sabbia e di pietra spolverata, riportando alla luce le tonalità originali. Così Bari ha mantenuto, nei suoi edifici e nelle sue corti, un legame continuo tra la storia millenaria e i materiali del territorio.

Chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio

Chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio

Le Terre Naturali di Bari

Bari attinge alla ricchezza del suo territorio per i colori delle costruzioni e delle decorazioni. Dai rilievi dolomitici delle Murge alle valli argillose che digradano verso l’Adriatico, emergono terre e rocce trasformate in pigmenti autentici, stesi in velature sottili o impastati in malte robuste. Ecco i principali:

Ocra Gialla della Puglia
Estratta dalle colline carsiche di Putignano, Castellana Grotte e Noci, questa ocra possiede un tono caldo, mielechiaro. Le argille gialle vengono lavate e macinate fino a ottenere una polvere finissima, poi miscelata con calce spenta in proporzioni variabili. L’intonaco risultante, applicato sulle facciate e nei cortili interni, riflette la luce del sole pugliese, conferendo alle superfici una luminosità morbida e costante.

Ocra Rossa della Puglia
Le argille rosso-brune della zona di Conversano e Turi sono ricche di ossidi di ferro, donando un pigmento intenso, simile al ruggine. Dopo un’essiccazione al sole, la terra rossa viene cotta leggermente per aumentarne la carica cromatica e impastata con calce e sabbia fina. Usata per fregi, marcapiani e parti basse delle facciate, crea dialoghi calorosi con l’ocra gialla e con il bianco di calce, aggiungendo profondità alle composizioni murarie.

Tufo Dolomitico Bianco
Le cave di Mungivacca e Torre a Mare forniscono un tufo chiaro, quasi crema. Polverizzato fino a una granulometria fine e miscelato a calce, questo pigmento regala stucchi e finiture interne di un bianco naturale, meno accecante della calce pura e più caldo, ideale per cornici, capitelli e dettagli ornamentali.

Calcarenite Costiera
L’arenaria calcarea delle scogliere tra Santo Spirito e Palese offre un pigmento color sabbia, con riflessi dorati. Inserita in malte leggere per intonaci decorativi, valorizza le superfici esposte al sole e al mare, mantenendo una naturale resistenza alla salsedine.

Bianco di Calce con Caseina
Un tempo le masserie pugliesi producevano calce viva da rocce carbonatiche locali, spenta e setacciata, quindi unita a caseina ricavata dal latte delle stalle. Questa miscela ottenuta in bottega offriva un bianco cremoso e traspirante, usato per rifiniture interne e cortili, in grado di equilibrare il calore delle ocre circostanti.

Vista del Geoparco delle Murge

Vista del Geoparco delle Murge

Architettura e Materiali Tipici di Bari

A Bari, i materiali da costruzione sono le vere tinte della città: ogni pietra e ogni laterizio portano con sé la storia del territorio, offrendo al contempo resistenza alle intemperie marine e al calore estivo. Questi materiali, estratti e lavorati entro pochi chilometri da Bari, non hanno bisogno di vernici: sono essi stessi pigmenti naturali, pronti a trasformarsi in facciate, arcate e cortili che raccontano la complessa relazione tra roccia, clima e artigianato pugliese.

Calcarenite di Trani
La “pietra di Trani” è un calcare compatto, estratto lungo la costa nordbarese, dal caratteristico colore crema tendente al beige. Impiegata fin dal Romanico per le colonne e i dettagli architettonici – come nella Cattedrale di San Sabino – questa pietra si affina con la levigatura, restituendo superfici morbide che mutano leggermente con la luce del mattino e del tramonto, donando al centro storico un aspetto elegante e uniforme.

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Tufo Dolomitico delle Murge
Nei contrafforti e nei basamenti dei palazzi antichi, si riconosce il tufo dolomitico estratto nelle cave di Mungivacca e Torre a Mare. Di un giallo sabbioso, questa roccia porosa ha una resa materica, permette un’ottima coibentazione termica e, negli edifici medievali, assolveva anche a funzione strutturale. La variazione naturale di colore, da crema chiaro a ocra tenue, conferisce ai muri un effetto di lieve movimento cromatico.

Laterizio e Cotto Locale
Le corti interne e i solai tradizionali sono spesso realizzati con mattoni crudi e cotto pugliese, ottenuto da argille ferruginose locali. Le tonalità variano dal rosso mattone all’arancio bruciato: nei porticati dei palazzi nobiliari e nel loggiato di Palazzo Simi, la trama irregolare del cotto e le sporgenze dei coppi creano giochi di luce e ombra che aggiungono profondità agli spazi.

Stucchi e Decorazioni in calce
Per ornare cornici, capitelli e fregi, si utilizzava una malta di calce spenta e polvere di marmo locale. Applicati a spatola o a pennello, gli stucchi bianchi emergono sui fronti delle chiese barocche come la Concattedrale di San Nicola, offrendo un contrasto raffinato con le pareti in calcarenite più calde.

Cava Odierna della Pietra di Trani

Cava Odierna della Pietra di Trani

Custodire l’Anima Cromatica di Bari

Il paesaggio urbano di Bari è plasmato dalle pietre e dalle terre locali, che raccontano un dialogo fra le Murge e l’Adriatico. I conci chiari di calcarenite di Trani, levigati per resistere alla salsedine, convivono con il tufo dolomitico giallo dei basamenti, creando facciate che respirano senza rinunciare a solidità. Le velature di ocra gialla e rossa, ottenute dalle argille di Putignano e Conversano, aggiungono calore alle vie antiche, mentre la calce viva mescolata a caseina dona ai cortili discreti contrasti di bianco cremoso. Nel restauro delle strutture medievali e dei palazzi barocchi, la scelta di pigmenti autentici e di leganti naturali ha permesso di mantenere intatte le sfumature originarie. Portare avanti questa pratica artigiana significa conservare l’identità cromatica di Bari: un equilibrio concreto fra materiali poveri e luce mediterranea, che ancora oggi definisce il volto della città.