YInMn Blue – Il Nuovo Pigmento nella Storia dei Colori

Nel cuore di un laboratorio universitario dell’Oregon, durante esperimenti che nulla avevano a che fare con l’arte, nacque per caso uno dei pigmenti più puri e brillanti del nostro tempo. Era il 2009 quando un gruppo di ricercatori si imbatté in una sfumatura di blu mai vista prima: intensa, stabile, incredibilmente luminosa. Quella scoperta fortuita diede vita allo YInMn Blue, un pigmento destinato a ridefinire gli standard cromatici in pittura, architettura e design.

A differenza dei blu del passato, ottenuti da pietre semipreziose o da minerali instabili, lo YInMn Blue unisce resistenza, sicurezza e una sorprendente vivacità cromatica. La sua origine non risale all’antichità, ma al caso: un risultato inatteso di ricerche nel campo dei semiconduttori che ha finito per aprire nuove possibilità nell’universo del colore.

Vista di una parte del Grande Complesso dell'Università dell'Oregon

Vista di una parte del Grande Complesso dell’Università dell’Oregon

La Scoperta Casuale

Nel laboratorio di chimica ceramica della Oregon State University, guidato dal professor Mas Subramanian, un giovane dottorando, Andrew McDaniel, era intento a sintetizzare ossidi per applicazioni nei semiconduttori. Con l’aiuto della ricercatrice Emile Perakis, miscelarono ossido di ittrio, indio e manganese, quindi riscaldarono il tutto a circa 1.200 °C. Al raffreddarsi del crogiolo, emerse una polvere dal blu intenso: un colore mai visto prima, capace di mantenere brillantezza anche dopo ripetute esposizioni ai raggi UV e a temperature elevate.

Quando Subramanian e il suo team pubblicarono i risultati sul Journal of the American Chemical Society, la reazione fu immediata. La rivista Chemical & Engineering News dedicò la copertina allo “YInMn Blue”, descrivendolo come “un pigmento rivoluzionario, privo di piombo e cobalto” e catturando l’interesse di restauratori e artisti contemporanei. Il celebre architetto Olafur Eliasson sperimentò subito la nuova tonalità in un’installazione site-specific, mentre la casa chimica Shepherd Color acquisì la licenza per la produzione commerciale, introducendo sul mercato la variante nota come “Mas Blue”.

Mas Subramanian - Ricercatore

Mas Subramanian – Ricercatore nato il 28 febbraio 1954 a Chennai, India

Nel 2017, l’Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ne convalidò la sicurezza d’uso, aprendo le porte a vernici automobilistiche, rivestimenti architettonici e perfino cosmetici. Musei come il MoMA di New York e il Tate Modern di Londra valutarono il pigmento per restauri futuristi, riconoscendone il potenziale: uno scoperto in un contesto elettronico e divenuto in pochi anni un’autentica novità nel mondo dei colori.

Un Nuovo Blu, Nuovi Orizzonti

La storia dei pigmenti blu sintetici ha attraversato diverse epoche, a partire dal blu di Prussia, sintetizzato per la prima volta nel 1704 da Johann Diesbach, passando per il celebre blu cobalto, isolato in Germania all’inizio dell’Ottocento, e finendo con la sintesi del blu ultramarino o blu oltremare, messo a punto da Jean-Baptiste Guimet nel 1828. In ciascuno di questi casi, si trattò di scoperte rivoluzionarie che colmarono lacune tecniche o economiche: il blu di Prussia offrì un intenso azzurro stabile e relativamente economico rispetto all’ultramarino naturale; il blu cobalto prolungò la gamma dei blu in pittura a olio, conferendo maggiore brillantezza e resistenza; l’ultramarino sintetico rese accessibile un colore sacro e costoso come quello originario dalla lapislazzuli afgano.

Eppure, dopo la fine di quell’ondata di innovazioni tra il XVIII e il XIX secolo, non si verificarono nuovi pigmenti blu capaci di lasciare un’impronta paragonabile per oltre duecento anni. Fu dopo questo lungo intervallo che, il 15 settembre 2009, il gruppo di ricercatori guidato dal professor Mas Subramanian inciampò nel YInMn Blue mentre studiavano ossidi ceramici per applicazioni in elettronica.

Gilbert Hall - Dipartimento di Chimica della Oregon State University,

Gilbert Hall – Dipartimento di Chimica della Oregon State University (Stati Uniti)

Un Blu con Caratteristiche Uniche

Lo YInMn Blue si inserisce dunque in una tradizione che sembrava essersi esaurita: l’ultima grande novità nel campo dei blu inorganici risaliva ai laboratori di Parigi e Berlino dell’800. Al contrario dei suoi predecessori, questo pigmento non contiene cobalto né ferro in forma ossidata di tipo tradizionale, ma un complesso cristallino di ittrio, indio e manganese. La sua stabilità ai raggi UV, la sicurezza (assenza di componenti tossici come il piombo) e la capacità di mantenere brillantezza anche ad alte temperature lo rendono unico nel panorama dei materiali artistici.

Lo YInMn Blu in pigmenti ha un'aspetto molto simile al Blu di Prussia e al Blu Oltremare

Lo YInMn Blu in pigmenti ha un’aspetto molto simile al Blu di Prussia e al Blu Oltremare

Con YInMn Blue, dunque, si chiude un cerchio lungo secoli: nuovi blu nascevano da tentativi di superare costi o limiti tecnici, mentre l’ultimo arrivato è frutto non di necessità pittorica, ma della pura ricerca sui semiconduttori. Un ponte tra due mondi che, dopo oltre duecento anni, torna a farci guardare al blu con occhi increduli.

Confronto con Altri Blu Artificiali

Nel corso dei secoli, pochi pigmenti blu hanno lasciato un’impronta tanto significativa quanto quelli nati da sintesi in laboratorio. Lo YInMn Blue si inserisce in questa tradizione, ma con caratteristiche che ne fanno un unicum:

Pigmento Origine Pro Contro
Blu di Prussia (1704) Accidentale (ferro + cianuri) Economico, tonalità intensa, uso versatile Scolorisce in umido, sensibilità alla luce
Blu Cobalto (1802) Sintesi (ossidi di cobalto + allumina) Resistente alla luce, ideale per oli e acquerelli Costoso, meno intenso del Blu di Prussia
Ultramarino sintetico (1828) Sintesi (silice, soda, zolfo) Tonalità profonda e stabile, alternativa al lapislazzuli Sintesi complessa, resa limitata
YInMn Blue (2009) Accidentale (ittrio, indio, manganese ad alta T°) Brillantezza unica, stabilità UV e termica, atossico, bioedilizia Produzione costosa, compatibilità da testare

Sintesi delle differenze:

Mentre i primi blu sintetici hanno risolto questioni di disponibilità e di costo del colore naturale — guadagnandosi un posto stabile nelle arti figurative — lo YInMn Blue aggiunge nuovi vantaggi tecnici: durabilità superiore, sicurezza d’uso e potenziale applicativo nella bioedilizia. Continuare a semplificare la sua sintesi e a sperimentarne l’impiego nei materiali tradizionali potrà aprire scenari inediti, da facciate “riflettenti” alle superfici d’opera monumentali.

YInMn Blu confrontato con altri Pigmenti Sintetici

YInMn Blu confrontato con altri Pigmenti Blu Sintetici

Altre Informazioni sul Blu YInMn

  • Origine del nome
    La sigla YInMn riflette gli elementi principali: Yttrio (Y), Indio (In) e Mnanganese (Mn), a sottolineare il carattere “da laboratorio” del pigmento. Può essere chiamato anche “Oregon Blue” in onore al luogo della scoperta.
  • Alta riflettanza infrarossa
    YInMn Blue riflette oltre il 95 % della radiazione infrarossa, caratteristica che lo rende ideale per vernici riflettenti (cool coatings) e applicazioni energy-saving.
  • Assenza di metalli tossici
    A differenza di blu come il cobalto o il piombo bianco, questo pigmento è privo di componenti nocivi, rendendolo più sicuro per artisti e ambiente.
  • Approvazione EPA (2017)
    L’Environmental Protection Agency statunitense ha concesso una “low volume exemption” per l’uso commerciale di (Blue 10G513), aprendo la strada a vernici, plastica e cosmetici.
  • Prime sperimentazioni artistiche
    L’installazione “Blue Passage” di Olafur Eliasson (2016) ha sfruttato la nuova tonalità per creare un ambiente immersivo, dimostrando il potenziale estetico del pigmento.
  • Produzione commerciale
    Shepherd Color Company ha acquistato la licenza da OSU e commercializza il pigmento con il marchio Mas Blue®, disponibile per artisti e industrie.

Il Potenziale dello YInMn Blu nella Bioedilizia

Dopo oltre due secoli di inattività nel panorama dei blu inorganici, lo YInMn Blue è emerso come un vero e proprio “rinascimento” cromatico: nato per caso nel 2009 nei laboratori della Oregon State University, ha rivoluzionato la tavolozza grazie a una struttura cristallina unica che unisce brillantezza inalterabile e assenza di metalli tossici . Più di un pigmento, è diventato simbolo di ricerca aperta alla meraviglia, capace di mantenere la sua tinta pura anche a 1.200 °C o sotto i raggi UV più intensi.

Un Tetto in Metallo Dipinto con il Blu YlnMn Originale dalla Shepherd Color

Un Tetto in Metallo Dipinto con il Blu YlnMn Originale dalla Shepherd Color

Guardando al domani, YInMn Blue si propone come protagonista della bioedilizia: la sua capacità di riflettere oltre il 95 % dell’infrarosso trasforma tetti e facciate in scudi termici, riducendo notevolmente il fabbisogno energetico per il raffrescamento estivo . Oggi però la produzione rimane molto costosa, frutto di processi ancora complessi e limitati a pochi fornitori specializzati. Se in futuro si riuscirà a semplificare e diffondere la sintesi del pigmento, potremo davvero immaginare interi quartieri, case e palazzi tinti di YInMn Blue, conferendo non solo un’estetica inedita, ma anche un’efficace barriera termica. Resta infine da verificare la compatibilità con materiali tradizionali, come la calce, per garantire nuove applicazioni nel restauro e nell’edilizia sostenibile: un ultimo tassello di sperimentazione prima di trasformare il blu del futuro in un colore quotidiano.