I COLORI DELLA TORINO ANTICA
Se si chiedesse in giro per l’Italia, ma anche a molti degli stessi Torinesi, qual’è l’immagine a cui associano questa antica città molti risponderanno semplicemente al “grigiore”e questo è probabilmente dovuto all’immagine che questa storica città si è costruita nell’ultimo secolo, legata strettamente all’industria dell’automobile ed ad una sorta di monotonia del quotidiano. Gli effetti devastanti che il traffico, lo smog e l’incuria provocano inevitabilmente nelle grandi città hanno influenzato negativamente anche Torino, che ha comunque dimostrato una grande sensibilità e cura per i suoi palazzi storici e per le sue opere più importanti.
Ad uno sguardo più attento si scoprirà che Torino vanta una tradizione coloristica estremamente sofisticata dove anche in passato veniva attribuita grande importanza all’urbanistica e alle coloriture delle facciate degli edifici, tradizione che è rimasta sempre viva in questa città dagli inizi del ‘600 fino ad oggi, dove il piano colore del Comune di Torino è uno dei più ricchi e complessi del nostro Paese.
La Storia di Torino
Dalle Origini ad Oggi
Le origini di Torino risalgono al III secolo a.C quando i Taurisci, popolo proveniente dal sud dell’attuale Germania, si insediarono in questa zona del nord Italia incoraggiati dalla presenza della pianura e dei fiumi Po e Dora. Il primo accenno storico di Torino come vero e proprio insediamento si ha durante la famosa discesa delle Alpi di Annibale, che probabilmente prima provò a convincere i Taurisci ad allearsi con lui contro Roma ma subendo un rifiuto alla sua proposta, sconfisse questa piccola cittadina prima di proseguire la sua celebre marcia.
Sarà proprio sotto Giulio Cesare che Torino inizierà ad assumere sempre più importanza nel suo percorso che la porterà ad essere la prima capitale d’Italia. Nel 58 a.C il celebre dittatore pose le basi per quella che allora venne chiamata “Augusta Taurinorum” e che il suo figlio adottivo Augusto completò sopratutto per l’importanza geografica che questa città aveva vantando un’accesso privilegiato alla Gallia. Proprio per questa sua posizione estremamente strategica ma anche molto vicina alle valli di confine, nel corso dei secoli Torino fu spesso una città fortificata con grandi cinta murarie ed una predisposizione più alla guerra che all’arte e all’architettura. Ancora oggi tra le strade della città moderna è facile imbattersi in parte delle antiche cinte murarie, sia quelle in mattoni costruite durante l’Impero Romano, sia in quelle della famosa Cittadella di Torino costruita verso la fine del ‘500.

Antico Teatro Romano di Augusta Taurinorum – Giardini Reali
Proprio per la sua posizione strategica durante il Medioevo Torino ebbe molte influenze durante questo periodo storico. Dopo la caduta dell’Impero Romano il primo popolo che vi si insediò a lungo fu quello dei Galli che la controllarono fino al 773 quando Carlo Magno con il suo celebre esercito vi si insediò e la mise sotto il controllo della sua dinastia per quasi due secoli fino all’arrivo della celebre casa Savoia, che farà il suo primo incontro con Torino proprio intorno all’anno mille cominciando cosi una storia che lega questa città e questa casata da oltre un millennio.
Prima capitale del Regno di Sardegna è proprio nel XVIII secolo che Torino vede il suo periodo di maggior splendore ma anche il suo periodo più tumultuoso, continuamente minacciata dall’invasione Francese più volte sventate proprio alle porte della città, come il famosissimo assedio del 1706 molto conosciuto da tutti i Torinesi, e come le ancora più celebri invasioni Napoleoniche del 1800 dove Torino e i suoi dintorni furono sede di celebri battaglie durante la Campagna d’Italia che rese celebre Napoleone.

Piazza Carignano – Il Primo Parlamento d’Italia
Appena terminata la celebre spedizione dei Mille che definì l’Italia a grandi linee per come la conosciamo oggi, nel 1861 Torino fu nominata dal parlamento riunito dal rinomato torinese Cavour prima capitale d’Italia per volere del Re Vittorio Emanuele II e anche se nel tempo questa carica è passata prima a Firenze per poi andare a Roma, Torino ha sempre conservato nella storia anche più recente d’Italia un ruolo di prima importanza sia sotto l’aspetto industriale che sotto l’aspetto culturale.
Il Giallo Torino
Il Colore Simbolo della Città
All’inizio del 1800 proprio i Savoia che governavano la città ormai da secoli istituirono il “Consiglio degli Edili”, che tra le tante funzioni di controllo delle opere edilizi aveva anche lo scopo di dare un piano colore alla città e decidere quindi il colore delle facciate esterne, che non poteva più essere scelto dei singoli proprietari ma doveva sottostare alle nuove regole del Municipio di Torino. Tra le tinte consentite il famoso “Giallo Torino” era il più diffuso e fu proprio in questo periodo che il suo legame con la città venne rinnovato e riscoperto. Infatti si presume che inizialmente questo colore non fosse ottenuto come avvenne successivamente utilizzando i pigmenti colorati gialli, ma era il risultato invece del colore naturale della calce che si trova nelle zone del Piemonte che ha una tendenza al giallognolo.
Per quanto questo periodo di estrema rigidità non diro che qualche decennio, la tradizione di utilizzare questo colore e di associarlo alla città è rimasto vivo nei secoli ed oggi Torino conserva ancora una grande sensibilità per il suo patrimonio storico ed è possibile trovare molti palazzi storici che sono stati restaurati rispettando l’antico piano colore della città che vede il giallo in tutte le sue sfumature come protagonista incontrastato e molto amato dai piemontesi, che ne sono particolarmente orgogliosi.
Se vuoi approfondire l’argomento, leggi l’articolo completo sulla Nascita e Storia del Giallo Piemonte a cura di Antonino Longhitano
La Calce di Superga
Gli Antichi Materiali
Superga è uno dei colli più alti della città, situato a nord-est della metropoli è diventato celebre per la basilica che venne costruita nel ‘700 e che divenne tristemente nota in tutto il Paese per la tragedia del grande Torino che ancora oggi viene ricordato e commemorato proprio dietro il palazzo principale.
La basilica di Superga è un simbolo per la città di Torino da oltre tre secoli dato che la sua edificazione risale al 1731 per celebrare la vittoria dei Savoia sui francesi di Luigi XIV che la posa d’assedio nel 1706 mettendo a dura prova la tenacia e la resistenza dei torinesi, che difesero la loro città con orgoglio sfruttando anche i colli come quello di Superga per accumulare scorte e rifornimenti per poter resistere a giorni di bombardamenti.

La Basilica di Superga sui colli Torinesi
E’ proprio tra gli infiniti sentieri di questi colli torinesi che è possibile trovare le famose pietre da calce di Superga, materiale antichissimo che fu sfruttato già molti secoli prima dagli antichi romani e che ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo economico della città. Queste pietre, una volta cotte a circa 900° viene spenta con acqua nel famoso processo che prende appunto il nome di “spegnimento della calce”. Questo processo da vita ad una calce di altissima qualità, resistente al tempo e facile da applicare e per questa ragione la storia di questo materiale e questa città si sono incrociati per secoli e secoli.
Verso l’inizio dell’800, con l’arrivo dei primi prodotti di produzione industriale come ad esempio il cemento Portland, la calce di Superga non resse la concorrenza e la sua produzione scomparve quasi del tutto. Solo negli ultimi decenni, con la nascita di una nuova sensibilità per i beni culturali e per l’edilizia sostenibile in generale, prodotti antichi come la calce di Superga tornano ad essere protagonisti sopratutto nel restauro conservativo e nella ristrutturazione d’epoca.
Il Piano Colore di Torino
La Valorizzazione della Tradizione
Il piano colore della città di Torino nato alla fine degli anni ’70 ha in qualche modo ripreso quella che fu l’idea dei Savoia con il Consiglio degli Edili che abbiamo visto prima parlando del Giallo Torino. Dunque l’obiettivo di questa iniziativa era allora quella di creare “ordine” nei colori della città per impedire che ogni singolo proprietario restauri di propria iniziativa senza nessuna supervisione, portando cosi alla perdita di un grande patrimonio storico e ad una forte perdita d’identità.


E’ cosi che oggi un po’ come avveniva allora non sono più gli ispettori del governo Savoia ma la Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte a coordinare migliaia di cantieri aiutando le imprese a realizzare i lavori di restauro nel massimo rispetto dell’identità del colore della città di Torino, valutando prima di tutto il valore storico dell’edificio ed in secondo luogo l’ubicazione e la destinazione d’uso.
I risultati di questa iniziativa che ha visto l’impegno di importanti istituzioni del territorio come la CNA e il contributo di centinaia di architetti, storici ed artigiani, sono oggi visibili a chiunque decida di visitare Torino e dedicasse un po’ di attenzione alla bellezza delle sua strade e delle sue piazze, dove la storia di cui come abbiamo visto questa città è ricchissima, non viene semplicemente sfruttata per l’immagine turistica ma rispettata e portata avanti per tradizione di torinese in torinese, come si è fatto per secoli.
I Colori e i Materiali di Torino
Conclusioni
La ricchissima storia del colore di Torino è raccontata da oltre 800 documenti di vario genere: delibere comunali, ordinanze, lettere al sindaco, ricorsi, relazioni di architetti e molto altro e l’insieme di questi referti hanno permesso di ricostruire con attenzione il percorso di questa città non solo aiutando cosi a fare luce sull’intrigante storia del colore di Torino ma fornendo un grande contributo agli artigiani e restauratori moderni che vogliono riscoprire e valorizzare le originali tecniche di decorazione.
Oggi Torino è una città che è stata fortemente riqualificata e zone come Piazza San Carlo e piazza Gran Madre sono simbolo di questo ritrovato antico splendore e sono stimolo per un continuo miglioramento edilizio della città, sempre nel rispetto della lunga tradizione artigiana che è legata a questa antica metropoli.
Per chi volesse approfondire questi argomenti consigliamo la lettura del libro “Torino – I Colori dell’Antico” a cura di Germano Tagliasacchi